IL RAPPORTO DEL PROCURATORE SPECIALE JOHN DURHAM
Di cosa si tratta, i punti chiave, l'Executive Summary tradotto e commentato, alcuni miei pensieri
1 . DI COSA SI TRATTA
2 . I PUNTI CHIAVE
3 . COSA NE PENSO
4 . L’EXECUTIVE SUMMARY
DI COSA SI TRATTA:
Il procuratore speciale John H. Durham nel 2019 è stato incaricato dall'ex procuratore generale William Barr, sotto l’allora amministrazione Trump, di verificare se c’erano state scorrettezze e irregolarità nelle indagini dell’FBI sulla collusione tra Trump e la Russia, nelle elezioni presidenziali del 2016, il cosiddetto Russiagate.
L’indagine è terminata e i risultati sono diventati pubblici, in un rapporto di poco più di 300 pagine.
QUI IL LINK AL RAPPORTO COMPLETO
Una foto di John Durham con l’aria da duro:
I PUNTI CHIAVE:
L’FBI aveva motivo di lanciare una indagine preliminare, ma non di aprire una indagine completa. L'FBI ha la facoltà di lanciare diversi tipi di indagine con diverse regole da seguire. Durham scrive che vi erano elementi per una indagine preliminare, ma non per una completa. L'FBI ha di fatto saltato l’indagine preliminare e aperto un’indagine completa senza adeguate ragioni e senza adeguati controlli, forse influenzata dai sentimenti anti Trump di Peter Strzok.
L’FBI ha trattato in modo incoerente la Campagna Trump e quella Clinton, sfavorendo Trump. In diverse occasioni ha valutato possibili indagini contro la Campagna Clinton ad esempio, ma le ha sempre rifiutate/chiuse. Mentre ha aperto immediatamente una indagine completa su Trump, un candidato presidente sotto elezioni, con una evidenza persino più labile.
L’FBI ha liquidato con leggerezza le informazioni relative a un piano della Campagna Clinton per coinvolgere Trump in uno scandalo. La CIA condivise con il Presidente Obama, il Vicepresidente Joe Biden, il procuratore generale, il direttore dell'FBI e altri alti funzionari governativi, l'informazione che esisteva questo piano, portato avanti dalla Campagna Clinton, probabilmente dovuto anche alla voglia di distogliere l'opinione pubblica da uno scandalo che coinvolgeva la Clinton stessa (emailgate).
L’FBI ha accettato troppo facilmente informazioni contro Trump ricevute da fonti legate ai suoi oppositori politici (la Campagna Clinton) e non ha fatto i dovuti controlli e mantenuto il ragionevole scetticismo.
L’FBI ha di fatto ingannato la corte FISC nelle richieste FISA e abusato delle informazioni ricevute da Steele. Le ha usate nelle richieste FISA senza verificarle e in vari casi ha nascosto alla corte informazioni che la avrebbero probabilmente portata a decidere diversamente.
L’FBI ha gestito le sue fonti in un modo che lascia molto a desiderare: sia Sussmann, che Steele, che le di lui fonti - Danchenko e Dolan.
Emerge un coinvolgimento continuo dei Dem e della Campagna Clinton, ma resta un po’ indefinito: Perkins Coie incarica GPS Fusion di condurre delle indagini su Trump, che a sua volta incarica Steele, che ha tra le sue fonti Charles Dolan, che ha ricoperto vari ruoli nel Comitato Nazionale Democratico e nel Partito Democratico, e intanto Michael Sussmann, che lavora per la Campagna Clinton, va all’FBI dicendo di avere le prove di un canale di comunicazione segreto tra Trump e la russa Alpha Bank, ma lo fa mentendo, dicendo di stare agendo da solo senza rappresentare un cliente. E nello stesso momento in cui la Campagna sta passando informazioni, poi rivelatesi false, all’FBI con il Dossier Steele e accuse false su Alpha Bank con Sussmann, sta anche passando le stesse informazioni alla stampa.
Alla fine il rapporto si conclude senza alcuna raccomandazione particolare per l’FBI, dicendo che le regole già ci sono, ma vanno rispettate meglio.
COSA NE PENSO:
Mi sembra ragionevole derivarne che:
Il rapporto afferma una cosa fortissima: non c’erano gli elementi per aprire l’indagine che è stata aperta su Trump, c’erano quelli per aprire una indagine preliminare da cui forse sarebbero potuti emergere elementi per una indagine completa, o che avrebbe immediatamente rivelato la fragilità del tutto e chiuso la faccenda, ma l’indagine preliminare non è stata condotta.
La disparità di trattamento tra Trump e Clinton e la violazione delle regole e degli standard abituali pur di perseguire Trump rendono oggettivo il fatto che l’FBI abbia favorito Clinton rispetto a Trump, che le intenzioni fossero o non fossero queste e che sia dipeso dai sentimenti personali di alcuni agenti, da mancanza di professionalità o da una vera decisione dell’FBI in quanto tale.
Al di là di tutto, è evidente che l’indagine sulla collusione Trump Russia abbiano influenzato le elezioni del 2016 e del 2020. Nonché tutta la politica americana a venire. Sarebbe assurdo pensare il contrario, considerando che a due settimane dalle elezioni la Campagna Clinton caricò aggressivamente su Alpha Bank e visto come la discussione sul Russia Gate ha dominato per anni la discussione pubblica americana, e ha raggiunto ogni angolo del pianeta, Italia compresa.
Il precedente del Russiagate è stato sicuramente anche la premessa che ha reso credibile la campagna di disinformazione contro lo scoop del New York Post su Hunter Biden, dipinto come una operazione di disinformazione russa, e che ha supportato la decisione di Twitter e Facebook di censurare l’inchiesta e il New York Post tutto, alla vigilia delle elezioni del 2020.
Se l’FBI avesse fatto subito i dovuti controlli avrebbe potuto subito screditare definitivamente gran parte delle accuse e le cose sarebbero andate diversamente.L’impressione generale di una persona in buona fede è che la Campagna Clinton abbia montato il tutto, passando informazioni false all’FBI e ai media, e sia stata ricevuta con un atteggiamento.. diciamo collaborativo..? dall’FBI e dalla stampa.
Sarebbe veramente assurdo biasimarli, se dopo questo Trump, i suoi elettori e sostenitori, o qualsiasi elettore in generale, avessero l'impressione che il gioco sia truccato, i processi democratici e le elezioni non si svolgano proprio come dovrebbero e i media non facciano esattamente il loro lavoro.
Sarà interessante fare attenzione al trattamento riservato a una notizia così grossa, e che riguarda una figura politica così polarizzate come Trump, dei vari media. Come daranno la notizia può essere considerato un test..
L’EXECUTIVE SUMMARY
Quello che segue è l’Executive Summary, che riassume quanto esposto per esteso nel resto del rapporto.
Ricordo comunque che si tratta del rapporto di un procuratore speciale e perciò di un’indagine che non ha affrontato un processo.
Riporto il testo originale in inglese e la mia traduzione in italiano.
Ma prima dovete sapere che:
Crossfire Hurricane è il nome in codice dell'indagine di controspionaggio intrapresa dall’FBI, dal 31 luglio 2016 al 17 maggio 2017, sui legami tra funzionari russi e collaboratori di Donald Trump, per verificare "se individui associati alla sua campagna presidenziale si stessero coordinando, consapevolmente o meno, con gli sforzi del governo russo per interferire nelle elezioni presidenziali statunitensi del 2016".
FISA è l’abbreviazione di “Foreign Intelligence Surveillance Act”, la legge sulla sorveglianza e l’intelligence straniera, che detta le procedure per la sorveglianza fisica ed elettronica per la raccolta delle informazioni di intelligence straniera. La procedura vuole che le richieste di indagine e sorveglianza che coinvolgono agenti stranieri siano autorizzate da una corte apposita, la FISC (Foreign Intelligence Surveillance Court) che supervisiona le richieste di mandati di sorveglianza da parte delle forze dell'ordine e delle agenzie di intelligence federali (come l’FBI) nei confronti di sospetti agenti di intelligence stranieri all'interno degli Stati Uniti.
Opposition research sono le indagini sui propri avversari politici per cercare qualcosa da usare contro di loro, e negli USA non sono una cosa inusuale. Le informazioni raccolte possono includere dati biografici, legali, penali, medici, educativi o finanziari, precedenti dichiarazioni o esternazioni sui media e sui social e altro ancora. Chi ha seguito qualche campagna americana sa che questo tipo di informazioni viene usato abitualmente: ad esempio è normale che si senta sollevare la questione dei problemi di salute di un candidato per metterne in dubbio l’idoneità alla carica.
Su cosa si è concentrata l’indagine?
L’ “Executive Summary” elenca i seguenti punti salienti:
• Was there adequate predication for the FBI to open the Crossfire Hurricane investigation from its inception on July 31, 2016 as a full counterintelligence and Foreign Agents Registration Act ("FARA") investigation given the requirements of The Attorney General's Guidelines for FBI Domestic Operations and FBI policies relating to the use of the least intrusive investigative tools necessary?
• Was the opening of Crossfire Hurricane as a full investigation on July 31, 2016 consistent with how the FBI handled other intelligence it had received prior to July 31, 2016 concerning attempts by foreign interests to influence the Clinton and other campaigns?
• Similarly, did the FBI properly consider other highly significant intelligence it received at virtually the same time as that used to predicate Crossfire Hurricane, but which related not to the Trump campaign, but rather to a purported Clinton campaign plan "to vilify Donald Trump by stirring up a scandal claiming interference by Russian security services," which might have shed light on some of the Russia information the FBI was receiving from third parties, including the Steele Dossier, the Alfa Bank allegations and confidential human source ("CHS") reporting? If not, were any provable federal crimes committed in failing to do so?
• Was there evidence that the actions of any FBI personnel or third parties relating to the Crossfire Hurricane investigation violated any federal criminal statutes, including the prohibition against making false statements to federal officials? If so, was that evidence sufficient to prove guilt beyond a reasonable doubt?
• Was there evidence that the actions of the FBI or Department personnei in providing false or incomplete information to the Foreign Intelligence Surveillance Court ("FISC") violated any federal criminal statutes? If so, was there evidence sufficient to prove guilt beyond a reasonable doubt?
Vale a dire:
C'erano le premesse adeguate perché l'FBI aprisse l'indagine Crossfire Hurricane fin dal suo inizio, il 31 luglio 2016?
L'atteggiamento dell’FBI nell’aprire l’indagine Crossfire Hurricane come indagine completa il 31 luglio 2016 è stato coerente con il comportamento tenuto dall'FBI quando prima di quella data aveva ricevuto altre informazioni relative a possibili tentativi di influenzare la campagna elettorale da parte di interessi stranieri, ma relativi alla campagna Clinton anziché quella Trump?
L’FBI ricevette, nello stesso momento in cui riceveva le informazioni usate per preparare l’indagine Crossfire Hurricane, anche informazioni riguardanti un presunto piano della campagna di Clinton "per diffamare Donald Trump fomentando uno scandalo che rivendicava l'interferenza dei servizi di sicurezza russi", le quali avrebbero potuto far luce su alcune delle informazioni sulla Russia che l'FBI stava ricevendo da terze parti, tra cui il Dossier Steele, l’indagine sui contatti tra la Trump Organization e la russa Alfa Bank e le segnalazioni ricevute da informatori confidenziali ("confidential human source"). Ha considerato adeguatamente queste informazioni sulla Campagna Clinton o, in caso contrario, ha commesso dei crimini federali dimostrabili non avendolo fatto?
Durante l'indagine Crossfire Hurricane le azioni dell’FBI o di terze parti relative all’indagine hanno violato qualche statuto penale federale, compreso il divieto di rilasciare false dichiarazioni a funzionari federali? E nel caso, tali prove dimostrano la colpevolezza oltre ogni ragionevole dubbio?
Esistono prove che le azioni dell'FBI o di persone del Dipartimento nel fornire informazioni false o incomplete alla Foreign Intelligence Surveillance Court ("FISC") abbiano violato qualche statuto penale federale?
Vediamo le risposte..
L'APERTURA AFFRETTATA DELL'INDAGINE
“As set forth in greater detail in Section IV, the record in this matter reflects that upon receipt of unevaluated intelligence information from Australia, the FBI swiftly opened the Crossfire Hurricane investigation. In particular, at the direction of Deputy Director Andrew McCabe, Deputy Assistant Director for Counterintelligence Peter Strzok opened Crossfire Hurricane immediately. Strzok, at a minimum, had pronounced hostile feelings toward Trump. The matter was opened as a full investigation without ever having spoken to the persons who provided the information. Further, the FBI did so without (i) any significant review of its own intelligence databases, (ii) collection and examination of any relevant intelligence from other U.S. intelligence entities, (iii) interviews of witnesses essential to understand the raw information it had received or (iv) using any of the standard analytical tools typically employed by the FBI in evaluating raw intelligence.”
L'apertura dell’indagine Crossfire Hurricane è avvenuta precipitosamente dopo aver ricevuto informazioni di intelligence non valutate dall'Australia. È diventata una indagine completa trascurando le indagini preliminari: senza aver mai parlato con le persone che avevano fornito le informazioni, senza una revisione significativa dei database di intelligence dell’FBI stessa, senza cercare se vi fossero altre informazioni pertinenti presso altre entità di intelligence statunitensi e quindi senza esaminarle, senza intervistare i testimoni che sarebbero stati essenziali per comprendere le informazioni grezze ricevute, senza utilizzare alcuno degli strumenti analitici standard tipicamente impiegati dall'FBI nella valutazione dell'intelligence grezza. Quindi, sotto la direzione del vicedirettore Andrew McCabe, il vicedirettore aggiunto per il controspionaggio Peter Strzok aprì l’indagine Crossfire Hurricane in modo forzato e precipitoso. Diventa allora rilevante notare che Strzok, aveva espresso in precedenza sentimenti ostili nei confronti di Trump.
“Had it done so (condotto le indagini preliminari), again as set out in Sections IV.A.3.b and c, the FBI would have learned that their own experienced Russia analysts had no information about Trump being involved with Russian leadership officials, nor were others in sensitive positions at the CIA, the NSA, and the Department of State aware of such evidence concerning the subject. In addition, FBI records prepared by Strzok in February and March 2017 show that at the time of the opening of Crossfire Hurricane, the FBI had no information in its holdings indicating that at any time during the campaign anyone in the Trump campaign had been in contact with any Russian intelligence officials.”
Se l’FBI avesse condotto le indagini preliminari e per esempio fatto un controllo presso i propri analisti esperti di Russia o presso la CIA, l’NSA e il Dipartimento di Stato, avrebbe scoperto che nessuno di essi aveva informazioni sul coinvolgimento di Trump con funzionari della leadership russa o era a conoscenza di prove a riguardo. I registri dell'FBI preparati da Strzok stesso tra febbraio e marzo 2017 mostrano che, al momento dell'apertura dell’indagine, l'FBI non aveva informazioni che indicassero che in qualsiasi momento durante la campagna elettorale qualcuno della Campagna Trump fosse stato in contatto con funzionari dell'intelligence russa.
LA DISPARITÀ DI TRATTAMENTO TRA HILLARY E TRUMP
“The speed and manner in which the FBI opened and investigated Crossfire Hurricane during the presidential election season based on raw, unanalyzed, and uncorroborated intelligence also reflected a noticeable departure from how it approached prior matters involving possible attempted foreign election interference plans aimed at the Clinton campaign.”
La velocità e il modo in cui l'FBI ha aperto e portato avanti l’indagine durante la stagione delle elezioni presidenziali sulla base di informazioni grezze, non analizzate e non corroborate, hanno rappresentato anche un notevole allontanamento da come aveva affrontato questioni precedenti, riguardanti possibili tentativi di interferenza elettorale straniera, ma mirati alla Campagna Clinton.
“in the eighteen months leading up to the 2016 election, the FBI was required to deal with a number of proposed investigations that had the potential of affecting the election. In each ofthose instances, the FBI moved with considerable caution. In one such matter discussed in Section IV.B.l, FBI Headquarters and Department officials required defensive briefings to be provided to Clinton and other officials or candidates who appeared to be the targets of foreign interference. In another, the FBI elected to end an investigation after one of its longtime and valuable CHSs went beyond what was authorized and made an improper and possibly illegal financial contribution to the Clinton campaign on behalf of a foreign entity as a precursor to a much larger donation being contemplated. And in a third, the Clinton Foundation matter, both senior FBI and Department officials placed restrictions on how those matters were to be handled such that essentially no investigative activities occurred for months leading up to the election.”
Nei diciotto mesi precedenti le elezioni del 2016, l’FBI si è trovato a valutare una serie di possibili indagini che avevano il potenziale di influenzare le elezioni. In ciascuno di questi casi, si è mossa con notevole cautela. Il report fa tre esempi riguardanti la Campagna Clinton: in un caso decise di fornire briefing difensivi a Clinton e ad altri funzionari o candidati che sembravano essere bersagli di interferenze straniere, in un altro caso ha chiuso un’indagine che coinvolgeva un suo informatore confidenziale che aveva dato un contributo improprio e forse illegale alla Campagna Clinton, e nel terzo hanno posto restrizioni alle investigazioni sulla Fondazione Clinton e la gestione dei suoi finanziamenti per i mesi precedenti le elezioni (le indagini sono andate avanti successivamente).
“These examples are also markedly different from the FBI's actions with respect to other highly significant intelligence it received from a trusted foreign source pointing to a Clinton campaign plan to vilify Trump by tying him to Vladimir Putin so as to divert attention from her own concerns relating to her use of a private email server. Unlike the FBI's opening of a full investigation of unknown members of the Trump campaign based on raw, uncorroborated information, in this separate matter involving a purported Clinton campaign plan, the FBI never opened any type of inquiry, issued any taskings, employed any analytical personnel, or produced any analytical products in connection with the information.”
La disparità di trattamento da parte dell’FBI riguarda anche altre informazioni di intelligence: informazioni molto significative ricevute da una fonte straniera attendibile e che indicavano un piano della Campagna Clinton per diffamare Trump, collegandolo a Vladimir Putin, in modo da distogliere l'attenzione dal suo uso di un server di posta elettronica privato per scambiarsi materiale classificato (emailgate). A differenza dell'apertura da parte dell'FBI di un'indagine completa su membri sconosciuti della Campagna Trump, basata su informazioni grezze e non corroborate, in questa questione l'FBI non ha mai aperto alcun tipo di indagine, dato incarico a nessuno di procedere, impiegato personale analitico o prodotto un qualsiasi tipo di analisi di queste informazioni.
“This lack of action was despite the fact that the significance of the Clinton plan intelligence was such as to have prompted the Director ofthe CIA to brief the President, Vice President, Attorney General, Director of the FBI, and other senior government officials about its content within days of its receipt. It was also of enough importance for the CIA to send a formal written referral memorandum to Director Corney and the Deputy Assistant Director of the FBI's Counterintelligence Division, Peter Strzok, for their consideration and action. The investigative referral provided examples of information the Crossfire Hurricane fusion cell had "gleaned to date.”
Questa mancanza di azione è avvenuta nonostante il fatto che l'importanza di queste informazioni fosse tale da aver spinto il direttore della CIA a informare il presidente, il vicepresidente, il procuratore generale, il direttore dell'FBI e altri alti funzionari governativi sul loro contenuto a pochi giorni dalla loro ricezione. E sufficientemente importante da indurre la CIA a inviare un memorandum formale al direttore Corney e al vicedirettore della divisione di controspionaggio dell'FBI, Strzok, affinché le prendessero in considerazione e agissero di conseguenza. Il memorandum forniva esempi di informazioni "raccolte fino ad oggi".
L’FBI HA INGANNATO LA CORTE SULLE RICHIESTE FISA
“Within days after opening Crossfire Hurricane, the FBI opened full investigations on four members of the Trump campaign team: George Papadopoulos, Carter Page, Paul Manafort, and Michael Flynn. No defensive briefing was provided to Trump or anyone in the campaign concerning the information received from Australia that suggested there might be some type of collusion between the Trump campaign and the Russians, either prior to or after these investigations were opened.”
Pochi giorni dopo l'apertura dell’indagine Crossfire Hurricane, l'FBI aprì indagini complete su quattro membri del team della Campagna Trump: George Papadopoulos, Carter Page, Paul Manafort e Michael Flynn. Non fu fornito alcun briefing difensivo a Trump o ad altri membri della sua campagna riguardo alle informazioni ricevute dall'Australia che suggerivano l'esistenza di un qualche tipo di collusione tra la campagna di Trump e i russi, né prima né dopo l'apertura di queste indagini.
“Instead, the FBI began working on requests for the use of FISA authorities against Page and Papadopoulos. The effort as related to Papadopoulos proved unsuccessful. Similarly, the initial effort directed at Page was unsuccessful until the Crossfire Hurricane investigators first obtained what were designated as "Company Intelligence Reports" generated by Christopher Steele. As set forth in Sections IV.D. l .b.ii and iii and in brief below, the Steele Reports were first provided to the FBI in early July 2016 but, for unexplained reasons, only made their way to the Crossfire Hurricane investigators in mid-September. The reports were ostensibly assembled based on information provided to Steele and his company by a "primary sub source," who the FBI eventually determined in December 2016 was Igor Danchenko."
Invece, l'FBI iniziò a lavorare sulle richieste FISA (vedi sopra per la spiegazione di FISA e FISC) contro Page e Papadopoulos. Il tentativo relativo a Papadopoulos si rivelò infruttuoso. E inizialmente anche quello diretto a Page, fino a quando gli agenti che stavano conducendo le indagini non ottennero quelli che sono stati chiamati "Company Intelligence Reports" generati da Christopher Steele. I rapporti di Steele sono stati forniti per la prima volta all'FBI all'inizio di luglio 2016 ma, per ragioni inspiegabili, si sono fatti strada verso gli investigatori dell’indagine Crossfire Hurricane solo a metà settembre. I rapporti sono stati apparentemente assemblati sulla base delle informazioni fornite a Steele e alla sua compagnia principalmente da una "fonte di secondo livello", che l'FBI alla fine ha identificato nel dicembre 2016 come Igor Danchenko.
“Our investigation determined that the Crossfire Hurricane investigators did not and could not corroborate any of the substantive allegations contained in the Steele reporting. Nor was Steele able to produce corroboration for any ofthe reported allegations, even after being offered $1 million or more by the FBI for such corroboration.”
La nostra indagine ha stabilito che gli investigatori non ebbero modo di corroborare nessuna delle accuse sostanziali contenute nel rapporto Steele. Nemmeno Steele stesso fu in grado di produrre conferme per nessuna delle accuse riportate, persino quando gli venne offerto un milione di dollari dall'FBI per averle.
“Rather, Danchenko characterized the information he provided to Steele as "rumor and speculation"30 and the product of casual conversation.”
Al contrario, quando venne intervistato dagli agenti lo stesso Danchenko definì le informazioni fornite a Steele come "voci e speculazioni" e il prodotto di conversazioni casuali.
“Section IV.D. l .h describes other efforts undertaken by the Crossfire Hurricane investigators working on the Page FISA application. Those efforts included having CHSs record conversations with Page, Papadopoulos and a senior Trump foreign policy advisor. The FBI's own records and the recordings establish that Page made multiple exculpatory statements to the individual identified as CHS-I, but the Crossfire Hurricane investigators failed to make that information known to the Department attorneys or to the FISC.”
Gli investigatori lavorando sulla richiesta di autorizzazione FISA per indagare su Page tra le altre cose inclusero la registrazione – ad opera del loro informatore riservato – di conversazioni tra Page, Papadopoulos e un consigliere senior di politica estera di Trump. I registri dell'FBI e le registrazioni stabiliscono che Page fece all’informatore dell’FBI che lo stava registrando diverse dichiarazioni discolpanti, ma gli investigatori non resero note queste informazioni agli avvocati del Dipartimento o alla FISC.
“Page also made explicit statements refuting allegations contained in the Steele reporting about his lack of any relationship with Paul Manafort, but the FBI failed to follow logical investigative leads related to those statements and to report to Department lawyers what they found. Similarly, multiple recordings of Papadopoulos were made by CHS-1 and a second CHS, in which Papadopoulos also made multiple exculpatory statements that were not brought to the attention of the Department lawyers or the FISC.”
Page fece dichiarazioni esplicite che confutavano le accuse contenute nel rapporto Steele, su una sua mancanza di qualsiasi relazione con Paul Manafort, ma l'FBI non seguì le piste investigative che ne conseguivano logicamente e non riferì agli avvocati del Dipartimento ciò che aveva trovato. Allo stesso modo, in varie registrazioni di Papadopoulos, fatte da diversi informatori dell’FBI, vi sono varie sue dichiarazioni discolpanti e anche queste non sono state portate all'attenzione degli avvocati del Dipartimento o della FISC.
“Furthermore, our investigation resulted in the prosecution and conviction of an FBI OGC attorney for intentionally falsifying a document that was material to the FISC's consideration of one of the Page FISA applications.”
Inoltre, l’indagine di Durham ha portato all'incriminazione e alla condanna di un avvocato dell’Ufficio del Consiglio Generale dell’FBI per aver intenzionalmente falsificato un documento che era materiale per l'esame da parte della corte FISC di una delle richieste FISA per indagare su Page.
IL DOSSIER STEELE
“In the spring of2016, Perkins Coie, a U.S.-based international law firm, acting as counsel to the Clinton campaign, retained Fusion GPS, a U.S.-based investigative firm, to conduct opposition research on Trump and his associates. In mid-May 2016, Glenn Simpson of Fusion GPS met with Steele in the United Kingdom and subsequently retained Steele and his firm, Orbis Business Intelligence ("Orbis"), to investigate Trump's ties to Russia. Steele described himself as a former intelligence official for the British government, and was also at the time an FBI CHS. Beginning in July 2016 and continuing through December 2016, the FBI received a series of reports from Steele and Orbis that contained derogatory information about Trump concerning Trump's purported ties to Russia. As discussed in Section IV.D.l.b.ii, Steele provided the first of his reports to his FBI handler on July 5th. These reports were colloquially referred to as the "Steele Dossier''. or "Steele Reports.”
Nella primavera del 2016, Perkins Coie, uno studio legale internazionale con sede negli Stati Uniti, in qualità di consulente per la Campagna Clinton, ha incaricato Fusion GPS, una società investigativa con sede negli Stati Uniti, di condurre una “opposition research” (vedi sopra per cosa significhi) su Trump e i suoi associati. A metà maggio 2016, Glenn Simpson della Fusion GPS ha incontrato Steele nel Regno Unito e successivamente ha incaricato lui e la sua azienda, Orbis, di indagare sui legami di Trump con la Russia. Steele si è descritto come un ex funzionario dell'intelligence per il governo britannico, ed era anche all'epoca un informatore riservato dell'FBI. A partire da luglio 2016 e continuando fino a dicembre 2016, l'FBI ricevette una serie di rapporti da Steele e Orbis che contenevano informazioni ostili su Trump riguardanti i suoi presunti legami con la Russia. Steele fornì il primo di questi rapporti all'FBI il 5 luglio. Nell’insieme questi rapporti sono colloquialmente indicati come "Dossier Steele”.
“As noted, it was not until mid-September that the Crossfire Hurricane investigators received several of the Steele Reports.5 Within days of their receipt, the unvetted and unverified Steele Reports were used to support probable cause in the FBI's FISA applications targeting Page, a U.S. citizen who, for a period oftime, had been an advisor to Trump. As discussed later in the report, this was done at a time when the FBI knew that the same information Steele had provided to the FBI had also been fed to the media and others in Washington, D.C.”
Come notato, gli investigatori di Crossfire Hurricane hanno ricevuto vari rapporti Steele solo a metà settembre. Entro pochi giorni dalla loro ricezione, senza alcun controllo o verifica, sono stati usati per sostenere le applicazioni FISA contro Page, un cittadino statunitense che, per un periodo di tempo, era stato consigliere di Trump. Come si vedrà più avanti, questo è stato fatto in un momento in cui l'FBI sapeva che le stesse informazioni che Steele aveva fornito all'FBI erano state fornite anche ai media e ad altri attori a Washington, DC.
“In December 2016, the FBI identified Danchenko as Steele's primary sub-source. Danchenko agreed to meet with the FBI and, under the protection of an immunity letter, he and his attorney met with the Crossfire Hurricane investigators on January 24, 25, and 26, 2017. Thereafter, from January 2017 through October 2020, and as part of its efforts to determine the truth or falsity of specific information in the Steele Reports, the FBI conducted multiple interviews of Danchenko regarding, among other things, the information he provided to Steele. As discussed in Section IV.D.1.b.ix, during these interviews, Danchenko was unable to provide any corroborating evidence to support the Steele allegations, and further, described his interactions with his sub-sources as "rumor and speculation" and conversations of a casual nature. Significant parts of what Danchenko told the FBI were inconsistent with what Steele told the FBI during his prior interviews in October 2016 and September 2017. At no time, however, was the FISC informed of these inconsistencies. Moreover, notwithstanding the repeated assertions in the Page FISA applications that Steele's primary sub-source was based in Russia, Danchenko for many years had lived in the Washington, D.C. area. After learning that Danchenko continued to live in the Washington area and had not left except for domestic and foreign travel, the FBI never corrected this assertion in the three subsequent Page FISA renewal applications. Rather, beginning in March 2017, the FBI engaged Danchenko as a CHS and began making regular financial payments to him for information - none of which corroborated Steele's reporting.”
Nel dicembre 2016, l'FBI identificò Danchenko come la principale fonte di Steele. Danchenko accettò di incontrare l'FBI e, sotto la protezione di una lettera di immunità, lui e il suo avvocato si incontrarono con gli investigatori il 24, 25 e 26 gennaio 2017. Successivamente, da gennaio 2017 a ottobre 2020, come parte dei suoi sforzi per determinare la veridicità o la falsità di varie informazioni specifiche nei rapporti Steele, l'FBI condusse diverse altre interviste con Danchenko riguardanti, tra le altre cose, le informazioni che aveva fornito a Steele. Durante queste interviste, Danchenko non fu in grado di fornire alcuna prova corroborante a sostegno delle accuse di Steele e, inoltre, descrisse le sue interazioni con le proprie fonti come "voci e speculazioni" e conversazioni di natura casuale. Parti significative di ciò che Danchenko ha detto all'FBI erano incoerenti con ciò che Steele aveva dichiarato all'FBI durante le sue precedenti interviste. In nessun momento, tuttavia, la FISC è stata informata di queste incongruenze. Inoltre, nonostante le ripetute affermazioni contenute nelle richieste FISA per indagare su Page, in cui si afferma che la principale fonte di Steele era basata in Russia, Danchenko per molti anni aveva vissuto a Washington, DC. E dopo aver appreso che continuava a vivere nell'area di Washington, l'FBI non ha mai corretto questa affermazione nelle tre successive domande di rinnovo della richiesta FISA su Page. Piuttosto, a partire da marzo 2017, ha assunto Danchenko come informatore e ha iniziato a farli regolari pagamenti per informazioni, nessuna delle quali ha corroborato il Dossier Steele.
DANCHENKO
“Importantly, the FBI knew in January 2017 that Danchenko had been the subject of an FBI counterintelligence investigation from 2009 to 2011. In late 2008, while Danchenko was employed by the Brookings Institution, he engaged two fellow employees about whether one of the employees might be willing or able in the future to provide classified information in exchange for money. According to one employee, Danchenko believed that he (the employee) might be following a mentor into the incoming Obama administration and have access to classified infonnation. During this exchange, Danchenko informed the employee that he had access to people who were willing to pay for classified information. The concerned employee passed this information to a U.S. government contact, and the information was subsequently passed to the FBI. Based on this information, in 2009 the FBI opened a preliminary investigation into Danchenko. The FBI converted its investigation into a full investigation after learning that Danchenko (i) had been identified as an associate of two FBI counterintelligence subjects and (ii) had previous contact with the Russian Embassy and known Russian intelligence officers. Also, as discussed in Section IV.D. l .c, at that earlier time, Agents had interviewed several former colleagues of Danchenko who raised concerns about Danchenko's potential involvement with Russian intelligence.”
È importante sottolineare che l'FBI sapeva nel gennaio 2017 che Danchenko era stato oggetto di un'indagine di controspionaggio dell'FBI dal 2009 al 2011. Alla fine del 2008, mentre Danchenko era impiegato presso la Brookings Institution, discusse con due colleghi sul fatto che uno di loro potesse essere disposto e in grado in futuro di fornire informazioni classificate in cambio di denaro. Secondo uno di essi, Danchenko credeva che lui (il dipendente) avrebbe potuto in futuro seguire un mentore nell'amministrazione Obama, e così avere accesso a informazioni classificate. Durante questo scambio, Danchenko informò il dipendente che aveva accesso a persone disposte a pagare per queste informazioni. Il dipendente abbordato passò queste informazioni a un contatto del governo degli Stati Uniti ed esse sono successivamente arrivate all'FBI. Sulla base di queste informazioni, nel 2009 l'FBI aperse un'indagine preliminare su Danchenko. E la convertì in un'indagine completa dopo aver appreso che Danchenko era stato identificato come associato di due soggetti del controspionaggio e aveva precedenti contatti con l'ambasciata russa e noti ufficiali dell'intelligence russa. Inoltre, in quel momento, gli agenti avevano intervistato diversi ex colleghi di Danchenko che avevano sollevato preoccupazioni sul suo potenziale coinvolgimento con l'intelligence russa.
“Meanwhile in July 20 I 0, the FBI initiated a request to use FISA authorities against Danchenko, which was subsequently routed to Department attorneys in August 2010. However, the investigation into Danchenko was closed in March 2011 after the FBI incorrectly concluded that Danchenko had left the country and returned to Russia.”
Nel frattempo, nel luglio 2010, l'FBI avviò una richiesta FISA contro Danchenko, successivamente indirizzata agli avvocati del Dipartimento nell'agosto dello stesso anno. Tuttavia, l'indagine su Danchenko venne chiusa a marzo 2011, dopo che l'FBI concluse erroneamente che aveva lasciato il paese ed era tornato in Russia.
“Our review found no indication that the Crossfire Hurricane investigators ever attempted to resolve the prior Danchenko espionage matter before opening him as a paid CHS. Moreover, our investigation found no indication that the Crossfire Hurricane investigators disclosed the existence of Danchenko's unresolved counterintelligence investigation to the Department attorneys who were responsible for drafting the FISA renewal applications targeting Carter Page. As a result, the FISC was never advised of information that very well may have affected the FISC's view of Steele's primary sub-source's (and Steele's) reliability and trustworthiness. Equally important is the fact that in not resolving Danchenko's status vis-a-vis the Russian intelligence services, it appears the FBI never gave appropriate consideration to the possibility that the intelligence Danchenko was providing to Steele -which, again, according to Danchenko himself, made up a significant majority of the information in the Steele Dossier reports - was, in whole or in part, Russian disinformation.”
L’indagine di Durham non ha trovato alcuna indicazione che gli investigatori di Crossfire Hurricane abbiano mai tentato di risolvere la precedente questione di spionaggio di Danchenko prima di assumerlo come informatore a pagamento. Inoltre, non ha trovato alcuna indicazione che gli investigatori abbiano rivelato l'esistenza dell'indagine di controspionaggio irrisolta su Danchenko agli avvocati del Dipartimento responsabili della stesura delle domande di rinnovo FISA per Carter Page. Di conseguenza, la corte FISC non è mai stata aggiornata su informazioni che avrebbero potuto influenzare la sua opinione sull'affidabilità e l'attendibilità della principale fonte di Steele e di Steele stesso. Altrettanto importante è il fatto che, non risolvendo lo status di Danchenko nei confronti dei servizi segreti russi, sembra che l'FBI non abbia mai preso in considerazione la possibilità che le informazioni che questi forniva a Steele – che costituivano una maggioranza significativa delle informazioni contenute nei suoi rapporti – fossero, in tutto o in parte, disinformazione russa.
DOLAN
“During the relevant time period, Danchenko maintained a relationship with Charles Dolan, a Virginia-based public relations professional who had previously held multiple positions and roles in the Democratic National Committee ("DNC") and the Democratic Party. In his role as a public relations professional, Dolan focused much of his career interacting with Eurasian clients, with a particular focus on Russia. As described in Section IV.D. l.d.ii, Dolan previously conducted business with the Russian Federation and maintained relationships with several key Russian government officials, including Dimitry Peskov, the powerful Press Secretary of the Russian Presidential Administration. A number ofthese Russian government officials with whom Dolan maintained a relationship - and was in contact with at the time Danchenko was collecting information for Steele - would later appear in the Dossier.”
Durante il periodo di tempo in questione, Danchenko mantenne una relazione con Charles Dolan, un professionista delle pubbliche relazioni con sede in Virginia che aveva precedentemente ricoperto varie posizioni e ruoli nel Comitato Nazionale Democratico e nel Partito Democratico. Nel suo ruolo di professionista delle pubbliche relazioni, Dolan era specializzato nel trattare con clienti eurasiatici e in particolare con la Russia. Dolan in passato aveva condotto affari con la Federazione Russa e manteneva relazioni con diversi funzionari chiave del governo russo, tra cui Dimitry Peskov, il potente addetto stampa dell'amministrazione presidenziale. Un certo numero di questi funzionari governativi con i quali Dolan si relazionava – e nel mentre era in contatto con Danchenko che raccoglieva informazioni per Steele – sarebbero poi comparsi nel Dossier Steele.
“In the summer and fall of 2016, at the time Danchenko was collecting information for Steele, Dolan traveled to Moscow, as did Danchenko, in connection with a business conference. As discussed in Section IV.D. l .d.iii, the business conference was held at the Ritz Carlton Moscow, which, according to the Steele Reports, was allegedly the site of salacious sexual conduct on the part of Trump. Danchenko would later inform the FBI that he learned of these allegations through Ritz Carlton staff members. Our investigation, however, revealed that it was Dolan, not Danchenko, who actually interacted with the hotel staff identified in the Steele Reports, so between the two, Dolan appears the more likely source of the allegations.”
Nell'estate e nell'autunno del 2016, nel momento in cui Danchenko stava raccogliendo informazioni per Steele, Dolan si recò a Mosca con lui, in occasione di una conferenza d'affari. La conferenza d'affari si tenne al Ritz Carlton di Mosca, che il Dossier Steele indica come il luogo dei comportamenti sessuali libertini di Trump. Danchenko avrebbe poi informato l'FBI di aver appreso di queste accuse attraverso i membri dello staff dell’hotel. L'indagine di Durham, tuttavia, ha rivelato che in realtà fu Dolan, non Danchenko, a interagire con il personale dell'hotel identificato nei rapporti Steele. Quindi tra i due, Dolan sembra la fonte più probabile delle accuse.
“Our investigation also uncovered that Dolan was the definitive source for at least one allegation in the Steele Reports. This allegation, contained in Steele Report 2016/105, concerned the circumstances surrounding the resignation of Paul Manafort from the Trump campaign. When interviewed by the Office, Dolan admitted that he fabricated the allegation about Manafort that appeared in the Steele Report. Our investigation also revealed that, in some instances, Dolan independently received other information strikingly similar to allegations that would later appear in the Steele Reports. Nevertheless, when interviewed by the FBI, Danchenko denied that Dolan was a source for any information in the Steele Reports. Furthermore, as discussed in Section IV.D. l .d.iii, during the relevant time period, Dolan maintained a business relationship with Olga Galkina, a childhood friend of Danchenko, who, according to Danchenko, was a key source for many of the allegations contained in the Steele Reports. In fact, when Galkina was interviewed by the FBI in August 2017, she admitted to providing Dolan with information that would later appear in the Steele Reports.”
Abbiamo conferma del fatto che Dolan fosse la vera fonte per almeno un'affermazione contenuta nel Dossier Steele. Intervistato dall’FBI, Dolan ha ammesso di aver fabbricato le accuse su Manafort che compaiono nel Rapporto Steele. Nelle indagini è emerso che in altri casi Dolan avrebbe ricevuto personalmente molte delle informazioni contenute nei report di Steel. Tuttavia, quando è stato interrogato, Danchenko ha negato che Dolan fosse una fonte per le informazioni contenute nei Rapporti. Ma durante il periodo rilevante Dolan aveva una relazione d'affari con Olga Galkina, un'amica d'infanzia di Danchenko, che, secondo Danchenko, è stata una fonte chiave per molte delle accuse. Infatti, quando Galkina è stata interrogata dall'FBI nell'agosto 2017, ha ammesso di aver fornito a Dolan informazioni che sarebbero poi apparse nei Rapporti Steele. Quindi Dolan parlava a Galkina, che parlava a Danchenko, che parlava a Steele. E ricordiamoci che Steele era assunto da Fusion GPS, che era assunta dalla Campagna Clinton, mentre Dolan “aveva precedentemente ricoperto varie posizioni e ruoli nel Comitato Nazionale Democratico e nel Partito Democratico”.
“Our investigation revealed that the Crossfire Hurricane investigators were aware of Dolan and his connections to Danchenko and the Steele Reports.”
“In early October 2016, Steele informed the FBI that Dolan was a person who might have relevant information about Trump.”
“The FBI interviewed hundreds of individuals through the course ofthe Crossfire Hurricane and later investigations, and yet it did not interview Dolan as a possible source of information about Trump. Our investigators interviewed Dolan on several occasions, as well as the two other persons mentioned by Steele.”
“Dolan initially denied being a source of information for the Steele Reports. When, however, he was shown a particular Steele Report relating to Paul Manafort and his resignation as Trump's campaign manager, along with related emails between himself and Danchenko in August 2016, he acknowledged that the reporting mirrored the information he had provided to Danchenko. Dolan acknowledged to the Office that he fabricated this information.”
“Regardless, in light of the foregoing, there does not appear to have been an objectively sound reason for the FBI's failure to interview Dolan.”
Le indagini hanno rivelato che gli investigatori erano a conoscenza di Dolan e dei suoi legami con Danchenko e i rapporti di Steele. Infatti, all'inizio di ottobre 2016, Steele ha informato l'FBI che Dolan era una persona che poteva avere informazioni rilevanti su Trump. L'FBI ha interrogato centinaia di persone nel corso di Crossfire Hurricane e delle indagini successive, ma non ha interrogato Dolan come possibile fonte di informazioni su Trump. I nostri investigatori hanno interrogato Dolan in diverse occasioni, così come le altre due persone citate da Steele. Inizialmente Dolan ha negato di essere una fonte di informazioni per i rapporti Steele. Tuttavia, quando gli è stato mostrato un particolare Rapporto Steele relativo a Paul Manafort e alle sue dimissioni da manager della campagna di Trump, insieme alle relative mail tra lui e Danchenko nell'agosto 2016, ha riconosciuto che il rapporto rispecchiava le informazioni che aveva fornito a Danchenko. E ha anche riconosciuto di aver fabbricato queste informazioni. Alla luce di quanto sopra, non sembra esserci stata una ragione oggettivamente valida per il mancato interrogatorio di Dolan da parte dell'FBI.
“Danchenko's Claims Regarding Sergei Millian Perhaps the most damning allegation in the Steele Dossier reports was Company Report 2016/95, which Steele attributed to "Source E," one of Danchenko's supposed sub-sources. This report, portions of which were included in each of the four Page FISA applications, contributed to the public narrative of Trump's conspiring and colluding with Russian officials.”
“Danchenko's alleged source for the information (Source E) was an individual by the name of Sergei Millian who was the president of the Russian-American Chamber of Commerce in New York City and a public Trump supporter. The evidence uncovered by the Office showed that Danchenko never spoke with Sergei Millian and simply fabricated the allegations that he attributed to Millian.”
“Danchenko stated that he never actually met Millian. Instead, he said that in late-July 2016 he received an anonymous call from a person who did not identify himself, but who spoke with a Russian accent. Danchenko further explained that he thought it might have been Millian after watching a YouTube video of Millian speaking.”
“Unfortunately, the investigation revealed that, instead of taking even basic steps, such as securing telephone caii records for either Danchenko or Miilian to investigate Danchenko' s hard-to-believe story about Millian, the Crossfire Hurricane investigators appear to have chosen to ignore this and other red flags concerning Danchenko's credibility, as well as Steele's.”
Forse l'accusa più schiacciante per il Dossier Steele riguarda un rapporto, parti del quale sono state incluse in ciascuna delle quattro applicazioni FISA di Page, che ha contribuito a diffondere la narrazione pubblica della cospirazione e della collusione di Trump con i funzionari russi. La presunta fonte di Danchenko per queste informazioni era un individuo di nome Sergei Millian che era presidente della Camera di commercio russo-americana a New York City e un sostenitore pubblico di Trump. Le prove scoperte hanno dimostrato che Danchenko non ha mai parlato con Sergei Millian e ha semplicemente fabbricato le accuse attribuite a Millian. Quando è stato intervistato dagli investigatori alla fine di gennaio 201 7, Danchenko ha detto che la fonte del rapporto sembrava essere Sergei Millian. Ha dichiarato di non averlo mai incontrato, ma ha detto di aver ricevuto una chiamata anonima alla fine di luglio 2016, da una persona non identificata, ma che parlava con un accento russo. Danchenko ha inoltre spiegato che pensava che potesse essere stato Millian a farla sulla base dell'ascolto di un video di Millian su YouTube. Pertanto, a supporto di queste informazioni c’è solo una presunta chiamata anonima da parte di qualcuno che Danchenko non aveva mai incontrato o avuto modo di parlare, ma che credeva potesse essere Sergei Millian, per averne riconosciuto la voce da un video di YouTube. Sfortunatamente, l'indagine ha rivelato che, invece di prendere misure basilari, come la messa in sicurezza dei tabulati telefonici di Danchenko o Milian per indagare su questa storia difficile da credere, gli investigatori scelsero di ignorare questo e altri segnali di allarme riguardanti la credibilità di Danchenko e di Steele.
ALPHA BANK
The Office also investigated the actions of Perkins Coie attorney Michael Sussmann and others in connection with Sussmann's provision of data and "white papers" to FBI General Counsel James Baker purporting to show that there existed a covert communications channel between the Trump Organization and a Russia-based bank called Alfa Bank. As set forth in Section IV.E.1.c.iii, in doing so he represented to Baker by text message and in person that he was acting on his own and was not representing any client or company in providing the information to the FBI. Our investigation showed that, in point of fact, these representations to Baker were false in that Sussmann was representing the Clinton campaign (as evidenced by, among other things, his law firm's billing records and internal communications). In addition, Sussmann was representing a second client, a technology executive named Rodney Joffe (as evidenced by various written communications, Sussmann's subsequent congressional testimony, and other records).
Le indagini hanno coinvolto anche le azioni dell'avvocato Michael Sussmann dello studio Perkins Coie (lo studio legale che lavorava per la Campagna Clinton) e di altri, in relazione alla fornitura di dati da parte di Sussmann al Consigliere Generale dell'FBI James Baker con i quali pretendeva di dimostrare l'esistenza di un canale di comunicazione segreto tra la Trump Organization e una banca con sede in Russia chiamata Alfa Bank. Sussmann ha dichiarato a Baker via sms e di persona che stava agendo da solo e non rappresentava alcun cliente o società nel fornire le informazioni all'FBI. L’indagine di Durham ha dimostrato che, in realtà, queste dichiarazioni erano false in quanto Sussmann rappresentava la Campagna Clinton (come dimostrato, tra le altre cose, dai registri di fatturazione e dalle comunicazioni interne del suo studio legale). Inoltre, Sussmann rappresentava un secondo cliente, un dirigente in campo tech di nome Rodney Joffe (come evidenziato da varie comunicazioni scritte, dalla successiva testimonianza di Sussmann al Congresso e da altri documenti).
“Cyber experts from the FBI examined the materials given to Baker and concluded that they did not establish what Sussmann claimed they showed. At a later time, Sussmann made a separate presentation regarding the Alfa Bank allegations to another U.S. government agency and it too concluded that the materials did not show what Sussmann claimed. In connection with that second presentation, Sussmann made a similar false statement to that agency, claiming that he was not providing the information on behalf of any client.”
Gli esperti informatici dell'FBI hanno esaminato i materiali forniti da Sussmann a Baker concludendo che non dimostrano quanto sosteneva Sussmann. Dopo di che Sussmann ripresentò le stesse accuse riguardo Alfa Bank ad un'altra agenzia governativa degli Stati Uniti e anche questa concluse che i suoi materiali non dimostravano quanto sosteneva lui. E anche nell'ambito di questo secondo tentativo Sussmann mentì sostenendo di non stare fornendo le informazioni per conto di alcun cliente.
Dalle indagini è emerso anche che il secondo cliente di Sussmann, Joffe, era impegnato a cercare di provare una connessione tra Trump e la Russia, e aveva chiesto a vari suoi contatti nel campo IT di cercare di estrarre i dati per stabilirla, perché sosteneva di stare agendo per compiacere alcuni VIP, riferendosi a persone della Perkins Coie coinvolte nella campagna Clinton.
“The evidence collected by the Office also demonstrated that, prior to providing the unfounded Alfa bank claims to the FBI, Sussmann and Fusion GPS (the Clinton campaign's opposition research firm) had provided the same information to various news organizations and were pressing reporters to write articles about the alleged secret communications channel.”
“Moreover, during his September 2016 meeting at the FBI, Sussmann told Baker that an unnamed news outlet was in possession of the information and would soon publish a story about it. The disclosure of the media's involvement caused the FBI to contact the news outlet whose name was eventually provided by Sussmann in the hope of delaying any public reporting on the subject. In doing so it confirmed for the New York Times that the FBI was looking into the matter.”
“On October 31, 2016, less than two weeks before the election, the New York Times and others published articles on the Alfa Bank matter and the Clinton campaign issued tweets and public statements on the allegations of a secret channel of communications being used by the Trump Organization and a Russian bank -allegations that had been provided to the media and the FBI by Fusion GPS and Sussmann, both of whom were working for the Clinton campaign.”
Le prove raccolte hanno anche dimostrato che, prima di fornire le affermazioni infondate su Alfa bank all'FBI, Sussmann e Fusion GPS avevano fornito le stesse informazioni a varie organizzazioni mediatiche e stavano facendo pressione sui giornalisti per scrivere articoli su questo presunto canale di comunicazione segreto.
Quando si sono incontrati Sussmann disse a Baker (il Consigliere Generale dell'FBI) che un organo di stampa anonimo era in possesso delle informazioni e presto avrebbe pubblicato un articolo al riguardo. La divulgazione del coinvolgimento dei media indusse l'FBI a contattare questo organo di stampa, il cui nome venne infine fornito da Sussmann, nella speranza di ritardare qualsiasi pubblicazione sull'argomento. Nel farlo confermò al New York Times che l'FBI stava davvero esaminando la questione.
Il 31 ottobre 2016, a meno di due settimane dalle elezioni, il New York Times e altri media pubblicarono articoli sulla questione Alfa Bank e la Campagna Clinton pubblicò tweet e fece dichiarazioni pubbliche sulle presunte comunicazioni segrete tra la Trump Organization e una banca russa – accuse che erano state fornite ai media e all'FBI da Fusion GPS e Sussmann, che lavoravano entrambi per la Campagna Clinton.
LE CONCLUSIONI
“Based on the review of Crossfire Hurricane and related intelligence activities, we conclude that the Department and the FBI failed to uphold their important mission of strict fidelity to the law in connection with certain events and activities described in this report. As noted, former FBI attorney Kevin Clinesmith committed a criminal offense by fabricating language in an email that was material to the FBI obtaining a FISA surveillance order. In other instances, FBI personnel working on that same FISA application displayed, at best, a cavalier attitude towards accuracy and completeness.
FBI personnel also repeatedly disregarded important requirements when they continued to seek renewals of that FISA surveillance while acknowledging - both then and in hindsight - that they did not genuinely believe there was probable cause to believe that the target was knowingly engaged in clandestine intelligence activities on behalf of a foreign power, or knowingly helping another person in such activities. And certain personnel disregarded significant exculpatory information that should have prompted investigative restraint and re-examination.”
Sulla base della revisione dell’indagine Crossfire Hurricane e delle relative attività di intelligence, il report di Durham conclude che il Dipartimento e l'FBI non sono riusciti a sostenere la loro importante missione di stretta fedeltà alla legge in relazione a determinati eventi e attività descritti in questo rapporto. Come notato, l'ex procuratore dell'FBI Kevin Clinesmith ha commesso un reato fabbricando parte di una mail che era materiale usato dall'FBI per ottenere un ordine di sorveglianza FISA. In altri casi, il personale dell'FBI che lavorava su quella stessa applicazione FISA mostrava, nella migliore delle ipotesi, un atteggiamento disinvolto nei confronti dell'accuratezza e della completezza.
Il personale dell'FBI ha anche ripetutamente ignorato importanti requisiti quando ha continuato a chiedere il rinnovo di tale sorveglianza FISA, pur riconoscendo - sia allora che col senno di poi - che non credeva sinceramente vi fosse una probabile ragione per credere che l'obiettivo fosse consapevolmente impegnato in attività di intelligence clandestine per conto di una potenza straniera, o stesse aiutando consapevolmente un'altra persona in simili attività. E alcuni membri del personale hanno ignorato informazioni a discarico molto significative che avrebbero dovuto indurre alla moderazione investigativa e a riesaminare l’indagine.
“Our investigation also revealed that senior FBI personnel displayed a serious lack of analytical rigor towards the information that they received, especially information received from politically affiliated persons and entities. This information in part triggered and sustained Crossfire Hurricane and contributed to the subsequent need for Special Counsel Mueller's investigation. In particular, there was significant reliance on investigative leads provided or funded (directly or indirectly) by Trump's political opponents. The Department did not adequately examine or question these materials and the motivations of those providing them, even when at about the same time the Director of the FBI and others learned of significant and potentially contrary intelligence.”
L’indagine ha anche rivelato che il personale senior dell'FBI ha mostrato una grave mancanza di rigore analitico nei confronti delle informazioni ricevute, in particolare le informazioni ricevute da persone ed entità politicamente affiliate. Queste informazioni in parte hanno innescato e sostenuto Crossfire Hurricane e contribuito a rendere successivamente necessarie le indagini del consigliere speciale Mueller.
In particolare, si è fatto significativo affidamento su piste investigative fornite o finanziate (direttamente o indirettamente) dagli oppositori politici di Trump. Il Dipartimento non ha esaminato o messo in discussione adeguatamente questi materiali e le motivazioni di coloro che li hanno forniti, persino quando è venuto a conoscenza di significative informazioni che potenzialmente li contraddicevano.
“In light of the foregoing, there is a continuing need for the FBI and the Department to recognize that lack of analytical rigor, apparent confirmation bias, and an over-willingness to rely on information from individuals connected to political opponents caused investigators to fail to adequately consider alternative hypotheses and to act without appropriate objectivity or restraint in pursuing allegations of collusion or conspiracy between a U.S. political campaign and a foreign power. Although recognizing that in hindsight much is clearer, much of this also seems to have been clear at the time. We therefore believe it is important to examine past conduct to identify shortcomings and improve how the government carries out its most sensitive functions. Section V discusses some of these issues more fully.”
Alla luce di tutto questo, conclude Durham, vi è necessità che l'FBI e il Dipartimento riconoscano che la mancanza di rigore analitico, l'apparente pregiudizio e l'eccessiva disponibilità a fare affidamento su informazioni provenienti da individui collegati ad oppositori politici hanno indotto gli investigatori a non considerare adeguatamente ipotesi alternative e ad agire senza un'adeguata obiettività o moderazione nel perseguire accuse di collusione o cospirazione tra una campagna politica statunitense e una potenza straniera. Pur riconoscendo che col senno di poi tutto è sempre molto più chiaro, gran parte di questo sembra essere stato chiaro anche all'epoca. Riteniamo pertanto importante esaminare i comportamenti passati per individuare le carenze e migliorare il modo in cui il governo svolge le sue funzioni più sensibili.
“This report does not recommend any wholesale changes in the guidelines and policies that the Department and the FBI now have in place to ensure proper conduct and accountability in how counterintelligence activities are carried out. Rather, it is intended to accurately describe the matters that fell under our review and to assist the Attorney General in determining how the Department and the FBI can do a better, more credible job in fulfilling its responsibilities, and in analyzing and responding to politically charged allegations in the future. Ultimately, of course, meeting those responsibilities comes down to the integrity of the people who take an oath to follow the guidelines and policies currently in place, guidelines that date from the time of Attorney General Levi and that are designed to ensure the rule of law is upheld. As such, the answer is not the creation of new rules but a renewed fidelity to the old. The promulgation of additional rules and regulations to be learned in yet more training sessions would likely prove to be a fruitless exercise if the FBI's guiding principles of "Fidelity, Bravery and Integrity" are not engrained in the hearts and minds of those sworn to meet the FBI' s mission of "Protect[ing] the American People and Uphold[ing] the Constitution of the United States.”
Il report di Durham non raccomanda però alcun cambiamento radicale nelle linee guida e nelle politiche che il Dipartimento e l'FBI hanno ora in atto per garantire una condotta corretta e responsabile nel modo in cui vengono svolte le attività di controspionaggio. Piuttosto, ha lo scopo di descrivere accuratamente le questioni che ha messo in luce e di assistere il Procuratore Generale nel determinare come il Dipartimento e l'FBI possano fare un lavoro migliore e più credibile nell'adempiere alle proprie responsabilità e nell'analizzare e rispondere ad accuse con una forte carica politica, in futuro.
In definitiva, naturalmente, l'adempimento di tali responsabilità dipende dall'integrità delle persone che prestano giuramento nel seguire le linee guida e le politiche attualmente in vigore, linee guida che risalgono ai tempi del procuratore generale Levi e che sono progettate per garantire il rispetto dello stato di diritto. Dunque, la risposta non è la creazione di nuove regole, ma una rinnovata fedeltà alle vecchie.
A seguire una rassegna stampa per vedere come è stato accolto il rapporto Durham..