JAY BHATTACHARYA: LA CENSURA È UN PERICOLO PER LA SALUTE E LA DEMOCRAZIA
JAY BHATTACARYA, LA GREAT BARRINGTON DECLARATION, FAUCI E LA LOTTA ALLA DISINFORMAZIONE
INDICE
Jayanta "Jay" Bhattacharya e la Great Barrington Declaration
Le conseguenze della censura per la salute pubblica e la democrazia
Complottismo, disinformazione e misinformazione possono sempre venire comodi
Questi interessi sono legittimi, come lo sono questi finanziamenti, come lo sono questi argomenti
La lotta alla disinformazione non censura le informazioni false, ma il dissenso
La lotta alla disinformazione è una farsa
Se il rapporto Durham ha mostrato una campagna di disinformazione ad opera della Campagna Clinton, dell’FBI e dei principali media mainstream, condotta a suon di scorrettezze, forzature, menzogne, censure e persino illegalità, le vicende della Great Barrington Declaration che racconto qui di seguito, illustrano come la lotta alla disinformazione non sia stata lotta alla disinformazione, cioè non abbia lottato contro informazioni false, durante il covid, ma lotta al dissenso e all’esitazione verso le politiche adottate, che è tutt’altra cosa.
Già Zuckerberg aveva di recente dichiarato:
E, purtroppo, credo che molti esponenti dell'establishment abbiano tergiversato su una serie di fatti e chiesto di censurare cose che, a posteriori, si sono rivelate più discutibili di quel che si pensava o vere.
La vicenda della Great Barrington Declaration e la testimonianza di uno dei suoi tre autori, il Dottor. Jay Bhattacharya lo illustra ancora meglio.
La morale, messa in luce da questo come dagli altri articoli, è che la lotta alla disinformazione è una farsa.
Non si traduce in altro se non in controllo politico dell’informazione e censura, limitazione della libera discussione pubblica e distruzione delle basi della convivenza democratica, mina - giustamente - la fiducia nei media e nelle istituzioni (che di fatto rende meno affidabili), rende i nostri sistemi politici meno trasparenti e meno responsabili, rappresenta una involuzione illiberale e anti democratica.
E in più, come molti programmi statali, produce ciò che vorrebbe combattere e pertanto è fatta per non avere mai termine.
Come Jay Bhattacharya ha spiegato bene nella sua testimonianza al Congresso americano, che riporto tradotta di seguito, la lotta alla disinformazione venduta al pubblico per migliorare le nostre democrazie e la discussione pubblica e per questioni di sicurezza - per scoraggiare comportamenti pericolosi - produce il problema che dovrebbe risolvere, screditando le istituzioni, i media, e la discussione pubblica mainstream, e portando i cittadini - giustamente - a non fidarsene più.
Con il che, come i migliori programmi statali, si assicura che non verrà mai momento di dichiarare il problema risolto, o anche solo i soldi, le risorse e il potere a disposizione sufficienti ad affrontarlo.
Di seguito una breve introduzione a Jay Bhattacharya e alla Great Barrington Declaration, poi la sua testimonianza al Congresso, con il botta e risposta che le ha fatto seguito, e successivamente una breve storia della Dichiarazione, delle contestazioni suscitate e della censura subita.
Jayanta "Jay" Bhattacharya e la Great Barrington Declaration
Jayanta "Jay" Bhattacharya (1968) è un professore indiano-americano di medicina, economia e politica sanitaria all'Università di Stanford. È direttore del Centro di demografia ed economia della salute e dell'invecchiamento di Stanford. Le sue ricerche si concentrano sull'economia dell'assistenza sanitaria.
Bhattacharya si è opposto ai lockdown e agli obblighi sulle mascherine in risposta alla pandemia di Covid-19.
Con Martin Kulldorff e Sunetra Gupta, è stato coautore nel 2020 della Great Barrington Declaration, che sosteneva quanto segue:
Con il passare del tempo, la nostra comprensione del virus sta crescendo. Sappiamo che l’incidenza della mortalità da COVID-19 è più di mille volte superiore negli anziani e nei malati rispetto ai giovani. Infatti, per i bambini, COVID-19 è meno pericoloso di molte altre patologie, tra cui l’influenza.
Con l’aumento dell’immunità nella popolazione, il rischio di infezione per tutti, compresi i più vulnerabili, diminuisce. Sappiamo che tutte le popolazioni alla fine raggiungeranno l’immunità di gregge – cioè il punto in cui il tasso di nuove infezioni diventerà stabile – e che questa immunità può essere aiutata (ma non dipende) da un vaccino. Il nostro obiettivo dovrebbe quindi essere quello di ridurre al minimo la mortalità e i danni sociali fino a raggiungere l’immunità di gregge.
L’approccio più umano, che bilancia i rischi e i benefici nel raggiungimento dell’immunità di gregge, è quello di permettere a coloro che sono a minimo rischio di morte di vivere normalmente la loro vita per costruire l’immunità al virus attraverso l’infezione naturale, proteggendo al meglio coloro che sono a più alto rischio. Noi chiamiamo questa strategia “Protezione Focalizzata”.
L’adozione di misure per proteggere le persone vulnerabili dovrebbe essere l’obiettivo centrale delle risposte di salute pubblica a COVID-19.
La Dichiarazione ha ricevuto moltissime firme e adesioni a sostegno, ma è stata anche molto criticata.
La testimonianza di Jay Bhattacharya al Congresso
Il 27 marzo 2023, il dottor Jay Bhattacharya ha testimoniato al Congresso americano su tutto questo. Ecco una trascrizione di tale testimonianza:
Vi ringrazio per l'opportunità di rivolgermi a questa commissione. Sono professore di politica sanitaria presso la Stanford University School of Medicine e ricercatore associato presso il National Bureau of Economic Research. Ho conseguito un dottorato di ricerca e un master presso la Stanford University. A causa delle mie opinioni sulle restrizioni del COVID-19, sono stato oggetto di censura da parte di funzionari del governo federale.
Il 4 ottobre 2020, io e due colleghi - il dottor Martin Kulldorff, professore di medicina all'Università di Harvard, e la dottoressa Sunetra Gupta, epidemiologa all'Università di Oxford - abbiamo pubblicato la "Dichiarazione di Great Barrington".
La dichiarazione ha chiesto di porre fine ai lockdown, alle chiusure delle scuole e a simili politiche restrittive, in quanto danneggiano in modo sproporzionato i giovani e le persone economicamente svantaggiate, conferendo al contempo benefici limitati.
Sappiamo che la vulnerabilità alla morte per COVID-19 è oltre mille volte superiore nelle persone anziane e inferme rispetto ai giovani. La dichiarazione sosteneva un approccio di "protezione focalizzata" con misure forti per proteggere la popolazione ad alto rischio, consentendo al contempo agli individui a basso rischio di tornare alla vita normale con ragionevoli precauzioni. Decine di migliaia di medici e scienziati esperti di sanità pubblica hanno sottoscritto la dichiarazione.
Poiché contraddiceva la risposta preferita dal governo al COVID-19, la Dichiarazione di Great Barrington è stata immediatamente presa di mira per essere soppressa dai funzionari federali. Quattro giorni dopo la pubblicazione della dichiarazione, l'allora direttore del NIH, il dottor Francis Collins, inviò una e-mail al dottor Anthony Fauci e a Cliff Lane del NIH/NIAID in merito alla Dichiarazione di Great Barrington.
Questa mail riportava:
Ciao Tony e Cliff. Questa proposta di tre epidemiologi marginali che si sono incontrati con il Segretario sembra ricevere molta attenzione - e persino una co-firma da parte del premio Nobel Mike Leavitt di Stanford. È necessario un rapido e devastante smantellamento delle sue premesse. Non vedo ancora nulla di simile online: è in corso?
Francis.
Questa e-mail è stata prodotta più di un anno dopo in risposta alle richieste della FOIA.
È possibile ipotizzare che Collins considerasse la Dichiarazione di Great Barrington come una minaccia all'illusione che ci fosse un consenso di scienziati che concordavano con lui sulla necessità del lockdown.
Nei giorni successivi sono stato sottoposto a quello che posso solo descrivere come un attacco propagandistico. Sebbene la GBD invitasse le autorità sanitarie pubbliche a pensare in modo più creativo a come proteggere gli anziani vulnerabili dal covid, i giornalisti mi accusarono di voler far esplodere il virus. Un'altra mail ottenuta attraverso il FOIA (Freedom of Information Act) mostra che Tony Fauci ha inoltrato a Francis Collins un articolo di Wired Magazine che diceva qualcosa del genere, solo un paio di giorni dopo l'appello di Collins per uno smantellamento devastante.
Una parte fondamentale della campagna di propaganda del governo a sostegno dei lockdown e di altre strategie è stata la censura dei discorsi degli scienziati e delle persone normali sui social media. Sto partecipando a una causa intentata dai procuratori generali del Missouri e della Louisiana contro l'amministrazione Biden. Grazie a questa causa, gli avvocati hanno avuto l'opportunità di far deporre sotto giuramento i rappresentanti di molte agenzie federali coinvolte negli sforzi di censura, compresi i rappresentanti dell'amministrazione Biden e lo stesso Fauci.
Ciò che questo caso ha rivelato è che una dozzina di agenzie federali, tra cui il CDC, l’Office of the Surgeon General (Ufficio del Chirurgo Generale) e la Casa Bianca hanno esercitato pressioni sui social media come Google, Facebook e Twitter affinché censurassero e limitassero la discussione anche veritiera quando contraddiceva le priorità federali in materia di pandemia, tra cui fatti particolarmente scomodi sui vaccini, come la loro inefficacia contro la trasmissione della malattia.
Dopo la pubblicazione della Dichiarazione, siamo stati ripetutamente censurati sui social media. Immediatamente dopo la pubblicazione, Google ha alterato i risultati di ricerca, indirizzando gli utenti direttamente verso articoli critici e posizionando il link alla dichiarazione vera e propria più in basso nell'elenco dei risultati. Un importante sito di discussione online, Reddit, ha rimosso i link alla Dichiarazione dai forum di discussione sulle politiche per il Covid. Nel febbraio 2021, Facebook ha rimosso la pagina della Dichiarazione senza alcuna spiegazione, per poi ripristinarla una settimana dopo.
Il 18 marzo 2021, il dottor Scott Atlas dell'Università di Stanford, il dottor Kulldorff, la dottoressa Gupta e io abbiamo partecipato a una tavola rotonda di due ore con il governatore della Florida Ron DeSantis. Durante la discussione, i partecipanti (me compreso) hanno messo in dubbio l'efficacia e l'opportunità di imporre ai bambini di indossare le mascherine. Ho sottolineato un fatto incontrovertibile: nessuno studio randomizzato dimostra che mascherare i bambini rallenti o arresti la diffusione del covid.
Il video della tavola rotonda del 18 marzo 2021 è stato prontamente censurato dai social. YouTube ha rimosso il video, sostenendo che "contraddice il consenso delle autorità sanitarie locali e globali sull'efficacia delle maschere per prevenire la diffusione del covid". In realtà, ora è vero il contrario: dubitare dell'efficacia delle mascherine, soprattutto di quelle di stoffa, è (se non altro) il nuovo consenso.
Questa soppressione della discussione scientifica online viola chiaramente il primo emendamento degli Stati Uniti. Ma forse ancora più importante è il fatto che la censura della discussione scientifica ha permesso di creare un ambiente politico in cui chiare verità scientifiche sono state offuscate e, di conseguenza, politiche distruttive e inefficaci sono perdurate molto più a lungo di quanto avrebbero fatto altrimenti.
Nel maggio 2022, l’Office of the Surgeon General degli Stati Uniti ha pubblicato un appello pubblico per identificare la disinformazione sul covid. Insieme a Martin Kulldorff e al Procuratore Generale dell'Indiana, abbiamo inviato una risposta in cui abbiamo identificato nove aree specifiche in cui la fonte primaria di disinformazione era il governo stesso. Tra gli argomenti trattati c'era l'ignoranza di molti fatti: che il rischio sul covid è fortemente stratificato in base all'età; che la guarigione dal covid fornisce un'immunità sostanziale; che i vaccini non bloccano la trasmissione della malattia; che la chiusura delle scuole non era giustificata; che non c'erano alternative ai lockdown; o che le maschere bloccano la trasmissione della malattia; e molti altri argomenti.
La censura governativa ha permesso che tutte queste idee - molte delle quali non sono particolarmente controverse nella comunità scientifica - prendessero piede e, di conseguenza, molte persone hanno sofferto per l'adozione di politiche distruttive come la chiusura delle scuole e i passaporti vaccinali.
Se impariamo qualcosa dalla pandemia, è che il Primo Emendamento è più importante durante una pandemia, non meno.
Le conseguenze della censura per la salute pubblica e per la democrazia
Alla testimonianza hanno fatto seguito varie domande e risposte:
È pericoloso che il governo e le big tech censurino informazioni fattuali?
Sì, è pericoloso che il governo e le big tech censurino le informazioni scientifiche e sulla salute pubblica. Durante la pandemia, molti fatti veri sono stati soppressi dal governo e dalle aziende tecnologiche principalmente per alterare il comportamento e indurre il rispetto dei lockdown, delle raccomandazioni su mascherine e vaccini, dei requisiti per i test e le quarantene e di molte altre disposizioni di salute pubblica.
È stata consuetudine per i social media sopprimere e censurare informazioni fattuali apparse su riviste scientifiche, comprese quelle di alta qualità sottoposte a peer review quando i risultati contraddicevano o minavano il dogma del momento diffuso da alti funzionari e burocrati della sanità pubblica.
Molti di questi fatti, se i social media avessero permesso fossero condivisi da scienziati e non scienziati con il grande pubblico, avrebbero potuto salvare delle vite. Un esempio è sufficiente, ma molti altri sono possibili.
Prima della pandemia, i ricercatori avevano condotto molti studi randomizzati per valutare l'efficacia del mascheramento per prevenire la trasmissione dell'influenza. Questi studi hanno valutato una serie di variabili, tra cui il mascheramento in ambienti comunitari, negli ospedali e tutti i tipi di maschere in uso comune durante la pandemia influenzale, tra cui le maschere di stoffa, chirurgiche e N95. Nessuna ha rivelato un beneficio sostanziale nella prevenzione della malattia.
Durante la pandemia, gli scienziati hanno pubblicato solo tre studi randomizzati nella letteratura scientifica sull'efficacia delle maschere per prevenire la diffusione del covid. Nessuno ha riscontrato alcun beneficio dal mascheramento con i tessuti e solo un minimo beneficio dal mascheramento chirurgico a livello personale o di popolazione.
Molte persone che hanno ascoltato i consigli della sanità pubblica, tra cui molte persone vulnerabili, si sono esposte a rischi inutili durante i periodi di alta diffusione nella comunità che altrimenti non avrebbero corso. Pensando che le mascherine di stoffa o chirurgiche che indossavano li proteggessero, quando invece non era così, sono usciti in pubblico ritenendo che il rischio di contrarre il covid fosse basso. E alcuni sono quasi certamente morti di conseguenza.
I social media hanno censurato il fatto che l'evidenza scientifica non supportava le raccomandazioni offerte dal CDC, da Fauci e da altri alti burocrati della sanità pubblica. Se fosse stato consentito un dibattito, meno persone sarebbero state fuorviate.
Pensa che la soppressione della verità porterà gli americani a non fidarsi più del governo per le informazioni mediche?
Sì, la fiducia del pubblico nella sanità pubblica è ai minimi termini, come mai ho visto in oltre 20 anni di carriera professionale. Il problema è che le autorità sanitarie pubbliche hanno sprecato la fiducia diffondendo costantemente disinformazione su molti argomenti sostanziali. Questa disinformazione ha portato molti Stati, contee e aziende ad adottare politiche che hanno danneggiato le persone, soprattutto la classe lavoratrice.
Un chiaro esempio è il fatto scientifico che il recupero dal covid produce un'immunità sostanziale e duratura dopo un'infezione iniziale, compresa la protezione contro la reinfezione e contro la malattia grave dopo la reinfezione.
Si pensi ai lavoratori in prima linea, come i vigili del fuoco e gli infermieri, che hanno lavorato durante il periodo peggiore dei lockdown e della pandemia nel 2020, spesso esposti all'infezione da covid a tassi più elevati rispetto al resto della popolazione. Molti di questi lavoratori, compresi quelli che guariti dal covid, erano soggetti all'obbligo vaccinale. Nel 2021, anche se studi epidemiologici di alta qualità hanno dimostrato che il beneficio marginale nel ridurre il rischio di mortalità da successiva infezione da covid era piccolo per la maggior parte dei pazienti.
Molte di queste persone guarite dal covid sono state licenziate dal lavoro nel 2021 perché si sono rifiutate di assumere un vaccino che forniva loro, nella migliore delle ipotesi, un piccolo beneficio. L'obbligo del vaccino ha ignorato la loro immunità, come se il ricovero non fosse una valida fonte di immunità, nonostante le prove scientifiche che dicevano il contrario. Forse non sorprende che molte persone dicano di non fidarsi più della sanità pubblica e che non lo faranno mai più da quando le sue indicazioni discriminatorie sui vaccini hanno distrutto le loro carriere e i loro mezzi di sostentamento.
Un secondo chiaro esempio è dato dai burocrati della sanità pubblica che hanno costantemente sopravvalutato l'efficacia del vaccino nell'arrestare la trasmissione della malattia. Gli studi iniziali randomizzati non hanno preso in considerazione la protezione contro l'infezione o la trasmissione come endpoint della sperimentazione. Sebbene gli studi abbiano dimostrato un'efficacia di circa il 95% nei confronti della malattia sintomatica, il tempo mediano di follow-up è stato di soli due mesi dopo la vaccinazione, un tempo insufficiente per osservare se il vaccino diminuisse in termini di efficacia nei confronti dell'infezione o se i vaccini potessero resistere a nuove varianti.
Nonostante questa incertezza, molti burocrati della sanità pubblica hanno detto categoricamente al pubblico che i vaccini contro il covid avrebbero impedito di infettarsi e di trasmettere la malattia ad altri. Nel corso del 2021, accurati dati epidemiologici provenienti da tutto il mondo hanno dimostrato in modo inequivocabile che la protezione vaccinale contro l'infezione da covid diminuisce rapidamente dopo la vaccinazione completa. Le persone hanno osservato con i loro occhi che la vaccinazione non previene l'infezione, poiché molte persone vaccinate si sono infettate.
L'affermazione di una eccessiva efficacia del vaccino contro il covid ha portato molte persone a non fidarsi della comunicazione della sanità pubblica sui vaccini, essenziali per l'infanzia e delle affermazioni, scientificamente giustificate, dei funzionari della sanità pubblica sull'efficacia dei vaccini nel proteggere dalla malattia grave e dalla morte per infezione.
Il fatto che la sfiducia nella sanità pubblica si sia estesa ad altri aspetti della politica vaccinale è particolarmente spiacevole. I vaccini per l'infanzia, come quelli contro il morbillo e la poliomielite, sono essenziali per la salute e il benessere dei bambini negli Stati Uniti. Questa sfiducia porterà molti genitori a rinunciare a questi vaccini essenziali per i loro figli, mettendoli potenzialmente a rischio di queste malattie prevenibili. È una tragedia che la sanità pubblica non abbia intrapreso iniziative per ripristinare la fiducia del popolo americano, scusandosi per averlo ingannato riguardo a fatti scientifici fondamentali sul vaccino contro il covirus.
Credete che le big tech abbiano gestito male le informazioni su AstraZeneca?
Durante la pandemia, la sanità pubblica e i social media hanno soppresso le discussioni di base sui vari vaccini contro il covid disponibili negli Stati Uniti. In particolare, hanno impedito qualsiasi confronto razionale tra i potenziali benefici e i danni della vaccinazione contro il covid sulle loro piattaforme.
Un esempio è la soppressione del mio collega Martin Kulldorff, professore della facoltà di medicina dell'Università di Harvard ed esperto di fama mondiale nello studio della sicurezza dei vaccini. Egli ha postato un commento su Twitter in cui affermava che è irrazionale dire che tutti dovrebbero prendere il vaccino contro il covid, così come lo è dire che nessuno dovrebbe farlo.
Si riferiva correttamente al fatto che il beneficio netto del vaccino, pur essendo elevato per gli adulti anziani vulnerabili, in particolare per quelli che non hanno mai avuto il covid prima, è basso per i giovani. Per i giovani, il rischio di morire a causa del covid è mille volte inferiore a quello degli anziani. Pertanto, il vaccino, che riduce la malattia grave e il rischio di malattia grave e di morte in caso di infezione, ha solo un beneficio minimo per i giovani sani, poiché il loro rischio di questi esiti negativi è già basso.
Allo stesso tempo, l'assunzione del vaccino presenta rischi incerti. Sebbene all'inizio del 2021 non si conoscesse l'intera serie di effetti collaterali (e non si conosce tuttora), col tempo è diventato più evidente che i vaccini causavano alcuni effetti collaterali gravi. Per esempio, nell'aprile 2021 il CDC ha messo brevemente in pausa il vaccino Johnson & Johnson quando le analisi statistiche interne hanno rilevato un segnale di rischio elevato di ictus nelle donne di mezza età. Il comitato consultivo sulle pratiche di immunizzazione (ACIP) del CDC, nel giugno 2021, ha stabilito che la vaccinazione con covid era associata a miocardite, soprattutto nei giovani uomini. Un'attenta rianalisi degli studi randomizzati sui vaccini di Pfizer e Moderna ha rilevato tra 10,1 e 15,1 eventi avversi gravi ogni 10.000 individui vaccinati.
Quindi, con benefici limitati e alcuni danni identificati, il calcolo decisionale pendeva contro il vaccino per la maggior parte dei giovani (specialmente quelli che erano già guariti dal covid), a meno che particolari circostanze di salute non rendessero più probabile una reazione grave all'infezione. La raccomandazione della sanità pubblica avrebbe dovuto essere quella di chiedere il parere di un medico per aiutare i giovani a decidere se valeva la pena vaccinarsi contro il covid, piuttosto che imporre obblighi e forzature.
Naturalmente, il calcolo decisionale è molto diverso per le persone anziane, soprattutto quelle con più di 70 anni o con condizioni croniche multiple come il diabete, che aumentano il rischio di mortalità da infezione. Un elevato rischio di mortalità da infezione significa che, riducendo sostanzialmente tale rischio, il vaccino potrebbe portare benefici sostanziali alle persone anziane. Naturalmente, l'assunzione di un vaccino comporta ancora dei rischi, non tutti noti nel 2021. Tuttavia, il bilancio dei benefici e dei rischi pende a favore della raccomandazione del vaccino per gli anziani nel 2021.
Le grandi piattaforme tecnologiche hanno regolarmente bloccato le discussioni di persone qualificate che pubblicavano link a prove affidabili sull'efficacia e sui danni del vaccino nella letteratura medica pubblicata e sottoposta a peer review. Sopprimendo questo tipo di analisi sfumata dei benefici e dei danni, le big tech hanno gestito male le informazioni sui vaccini. Hanno impedito alle persone di accedere alle informazioni e al dibattito scientifico che avrebbero potuto aiutarle a prendere decisioni migliori su molte cose durante la pandemia. Per lo meno, le persone avrebbero capito con maggiore precisione quali dichiarazioni dei funzionari della sanità pubblica riflettevano un consenso scientifico e quali erano ancora soggette a un legittimo dibattito. Le big tech hanno amplificato la narrazione proposta dai funzionari della salute pubblica, anche quando questa era fondata su una scienza traballante.
Che tipo di impatto pensate abbia avuto il blocco di queste informazioni?
Un impatto significativo del blocco della presentazione di fatti scientifici veritieri da parte dei social media è che ha privato gli americani di fatti vitali che avrebbero potuto utilizzare per proteggere se stessi e gli altri dal rischio covid. Per esempio, se i cittadini avessero capito quanto fosse debole il fondamento scientifico delle raccomandazioni del CDC in materia di maschere, molti non si sarebbero affidati alle maschere di stoffa per proteggersi dal virus in pubblico e non si sarebbero infettati. Attraverso questi meccanismi indiretti, la censura può aver contribuito alla perdita di vite umane durante la pandemia.
Inoltre, la soppressione delle discussioni scientifiche sui social ha impedito agli americani di distinguere i veri fatti scientifici sul virus dalle risposte politiche al virus. Questa mancanza di comprensione ha contribuito a spingere molti a sostenere in modo errato politiche distruttive come i lockdown e gli obblighi vaccinali che altrimenti sarebbero state meritatamente impopolari.
I burocrati della sanità pubblica hanno ingannato il popolo americano sulla necessità di politiche di isolamento, chiusura delle scuole, obbligo di vaccino, obbligo di mascherina e molte altre politiche inefficaci. Se le Big Tech e il governo avessero permesso la libertà di parola su questi temi nei social media, per i politici sarebbe stato più difficile imporre queste politiche. Un maggior numero di persone sarebbe stato dotato delle conoscenze necessarie per opporsi efficacemente attraverso il processo politico, e molte di queste politiche non sarebbero mai state adottate.
Forse il miglior esempio di una politica scientificamente fondata, soppressa dalle aziende di social media, è la Great Barrington Declaration. La proposta, scritta da me, dal professor Martin Kulldorff dell'Università di Harvard e dalla professoressa Sunetra Gupta dell'Università di Oxford nell'ottobre 2020, raccomandava un approccio alla pandemia basato sulla "protezione mirata". Il documento includeva molte idee su come raggiungere questo obiettivo e invitava la comunità scientifica e chi si occupa di salute pubblica a partecipare allo sviluppo di strategie creative per ridurre il rischio di infezione da parte delle persone più vulnerabili durante i periodi di maggiore diffusione della malattia. Il documento chiedeva inoltre di abolire i lockdown e le altre restrizioni alla vita dei giovani, che rischiavano di subire grossi danni collaterali da queste politiche e correvano un rischio molto minore rispetto agli anziani in caso di infezione.
Dopo la pubblicazione della Dichiarazione, i social media e le Big Tech ci hanno ripetutamente censurato. Immediatamente dopo la pubblicazione, Google ha deboostato i risultati della ricerca, indirizzando gli utenti verso articoli che la criticavano e posizionando il link alla dichiarazione vera e propria più in basso nell'elenco dei risultati. Un importante sito di discussione online, Reddit, ha rimosso i link alla Dichiarazione dai forum di discussione sulle politiche Covid. Nel febbraio 2021, Facebook ha rimosso la pagina della Dichiarazione senza alcuna spiegazione, per poi ripristinarla una settimana dopo.
La soppressione della Dichiarazione di Great Barrington da parte delle big tech e dei burocrati sanitari ha avuto successo. Molti Stati hanno imposto chiusure, a scuole, chiese e aziende, alla fine dell'autunno 2020 e nel 2021. Se le idee della dichiarazione non fossero state censurate, idee che sono state utilizzate con successo nel corso dell'ultimo secolo nella gestione di molte altre pandemie di malattie infettive respiratorie, il risultato sarebbe stato una migliore protezione contro l'infezione per le persone vulnerabili e una diminuzione dei danni derivanti dalle chiusure per i giovani. Come minimo, i bambini sarebbero andati a scuola nel 2020. Il Paese sarebbe stato migliore se queste politiche, che rigorose meta analisi hanno dimostrato essere state poco efficaci nell'arrestare la diffusione della malattia, ma che hanno causato enormi danni collaterali, non fossero mai state attuate.
La Sezione 230 ha creato un ambiente in cui le Big Tech si sentono in grado di censurare chiunque o qualunque cosa vogliano senza tener conto del principio della libertà di parola?
Un risultato evidente di questi sforzi di censura è la violazione del diritto alla libertà di parola degli americani. Sono parte di una causa chiamata Missouri v. Biden in cui gli uffici dei procuratori generali del Missouri e della Louisiana hanno citato il governo federale per aver violato i diritti del Primo Emendamento dei cittadini americani.
Durante la fase istruttoria del caso, gli avvocati hanno scoperto un ampio sforzo da parte di una dozzina di agenzie federali per censurare gli americani su argomenti legati al covid attraverso pressioni esercitate sulle Big Tech e sui social media. L’indagine su quel caso ha compreso le deposizioni di molti funzionari federali, tra cui il dottor Anthony Fauci e il personale della Casa Bianca addetto alla comunicazione.
La scoperta ha portato alla luce mail che mostrano l'accesso diretto dei funzionari governativi al personale delle società dei social media, e come abbiano costretto queste società (tra cui Twitter, Facebook e altre) a censurare fatti scientifici veri sulla sul covid, come il fatto che l'immunità dopo la guarigione è sostanziale e importante. Le richieste spesso includono la censura diretta del discorso di particolari individui online e sono sostenute da minacce di azioni normative contro queste aziende se non si conformano alle richieste.
Le grandi aziende tecnologiche, per volere del governo, si sono sentite assolutamente libere di censurare tutti e tutto quello che volevano, perché sapevano di non essere soggette ad alcun rischio legale o di altro tipo per aver violato la libertà di parola degli americani.
Come si prospetta il futuro senza la riforma della Sezione 230?
Se non ci sarà una riforma della Sezione 230 e le Big Tech continueranno a poter censurare (spesso per volere del governo federale) quanto vogliono, il futuro sarà un futuro in cui gran parte delle discussioni libere che dovrebbero svolgersi nella piazza pubblica non avranno luogo o avranno luogo solo in quegli ambienti privati che il governo permetterà al popolo americano.
La conseguenza sarà un'ulteriore spaccatura della società americana, con una maggiore sfiducia nella sanità pubblica e nel governo. Anziché parlare tra di loro in spazi pubblici, incontrando persone e idee sconosciute (comprese le vere idee scientifiche), gruppi diversi si aggrapperanno saldamente a idee distruttive, convinti che i loro concittadini siano incapaci di un'analisi razionale.
Nel corso della nostra storia, gli americani hanno dibattuto con vigore su un'enorme gamma di argomenti e, grazie alle garanzie di libertà di parola, hanno trovato il modo di riunirsi per discutere questioni vitali, essenziali per il benessere del popolo americano. Nessun gruppo ha il monopolio della verità. La censura priva la piazza delle idee fornite dal gruppo censurato. Al contrario, avremo una popolazione divisa e un'istituzione sanitaria pubblica screditata che non sarà in grado di capire perché vasti settori della popolazione americana non sono disposti a prestare attenzione alle indicazioni che fornisce o a fidarsi di essa.
Complottismo, disinformazione e misinformazione possono sempre venire comodi
La Great Barrington Declaration è stata oggetto di una campagna contraria che ha visto vari tentativi di inserire firme false per screditarla, presto sventati, e l’uso in particolare di un articolo che è circolato moltissimo ed è arrivato persino su Lancet, scritto da Nafeez Ahmed, reporter investigativo, prima al Guardian e poi al Byline Times, e autore complottista sull'11 settembre edito in Italia da Fazi.
L’articolo si concentra sull’attaccare l’AIER il think thank liberale classico / libertario che ha ospitato i lavori della dichiarazione, a cui comunque lavorarono tre medici iper qualificati, che non c'entravano direttamente con AIER e nessuno dei quali era liberale classico o libertario, con accuse ridicole come quella seguente.
La dichiarazione sarebbe stata sponsorizzata
"by an institution embedded in a Koch-funded network that denies climate science while investing in polluting fossil fuel industries."
Cioè
“da un'istituzione inserita in una rete finanziata dai fratelli Koch che nega la scienza del clima e investe nelle industrie inquinanti dei combustibili fossili".
A parte tutto, il finanziamento dei malefici miliardari fratelli Koch, ammonta a una donazione di 68,100 dollari del 2018 su un bilancio di AIER che è di 37 milioni di dollari, più altri 167 milioni in Split-Interest Agreements (qui una spiegazione su cosa siano).
Sulla base di questa cacatina di mosca, Ahmed ha costruito la sua accusa:
siete pagati dalla lobby dei combustibili fossili e dei negazionisti climatici (non sto nemmeno a dire che non sono negazionisti del cambiamento climatico, tanto è inutile), siete delegittimati a prescindere non potete parlare, e non si sa perché questo inficia anche la GBD!
Ci vuole tanto a rendersi conto che un articolo costruito in questo modo è una schifezza? I super professionisti della lotta alla disinformazione e dell’anti-complottismo non ci sono arrivati? Ma insinuare che dipendi economicamente dai fratelli Koch 68.100 dollari su oltre 37 milioni non è “misinformazione”, secondo il gergo coniato in questi anni da questi “professionisti”?
Fatto sta che per combattere la Dichiarazione, questo articolo è stato spammato ovunque.
In un articolo su Open, che ricordiamolo sempre è partner di Facebook per il fact checking in Italia, si cita una lettera pubblicata sul British Medical Jurnal ad opera di David Gorski e Gavin Yamey, che critica la Dichiarazione con una serie di attacchi ad personam ai suoi firmatari, secondo il pessimo uso di screditare un autore per screditarne le idee (mentre alla fine è con i contenuti che bisogna confrontarsi, non basta delegittimare chi li esprime).
Un esempio di questo tipo di critiche alla Dichiarazione è il paragrafo iniziale della lettera (che si sarà capito considero una schifezza al pari dell’articolo di Ahmed):
Il 9 aprile 2021, Open Democracy ha riferito che la professoressa Sunetra Gupta dell'Università di Oxford, critica nei confronti delle misure di sanità pubblica volte a contenere il covid-19 e sostenitrice della "immunità naturale di gregge", ha "ricevuto quasi 90.000 sterline dalla Georg and Emily von Opel Foundation". La fondazione prende il nome dal suo fondatore, Georg von Opel, pronipote di Adam Opel, fondatore della casa automobilistica tedesca. Georg von Opel è un donatore del partito conservatore con un patrimonio netto di 2 miliardi di dollari. Le argomentazioni di Gupta contro i lockdown e a favore della "immunità di gregge", si legge ancora nel rapporto, "hanno trovato il favore... del governo britannico".
Secondo gli autori di questo tipo di pezzi sembra non essere possibile argomentare in buona fede contro i lockdown. Nemmeno professionisti super qualificati possono azzardarsi.
A un certo punto la lettera cita i dati e gli articoli di Ahmed:
Questa dichiarazione è scaturita da una conferenza ospitata dall'American Institute for Economic Research (AIER) ed è stata fortemente promossa dall'AIER, un think tank libertario, negazionista del clima e a favore del libero mercato che riceve "gran parte dei suoi finanziamenti dalle proprie attività di investimento, non da ultimo nei combustibili fossili, nei servizi energetici, nel tabacco, nella tecnologia e nei beni di consumo". L'American Investment Services Inc. dell'AIER gestisce un fondo privato del valore di 284.492.000 dollari, con partecipazioni in un'ampia gamma di società di combustibili fossili (ad esempio Chevron, ExxonMobil) e nel gigante del tabacco Philip Morris International. L'AIER ha ricevuto finanziamenti anche dalla Charles Koch Foundation, fondata e presieduta dall'industriale miliardario di destra noto per aver promosso la negazione del cambiamento climatico e per essersi opposto alla regolamentazione delle imprese. Le organizzazioni legate a Koch si sono anche opposte a misure di sanità pubblica per contenere la diffusione del covid-19.
I link contenuti in questa citazione rimandano all’articolo di Ahmed su Byline Times, riproponendo il finanziamento dei fratelli Koch come grande argomento contro la dichiarazione, cosa che non è, perché il finanziamento è ad AIER, a cui i tre autori della dichiarazione non sono associati, e di cui nemmeno condividono le idee, e perché il finanziamento dei fratelli Koch è infinitesimale sul bilancio di AIER e in alcun modo basta a stabilire che i fratelli Koch esercitino un controllo su AIER.
Presumere che AIER esprima semplicemente le proprie convinzioni e sia finanziata da chi le condivide è evidentemente troppo per questa gente.
Eppure io ho iniziato a seguire AIER perché conoscevo da prima gran parte dei nomi di chi vi scrive, ne condividevo le idee e li seguivo prima che fossero lì. Quando ancora non erano lì, pagati dai fratelli Koch, esprimevano esattamente le stesse idee. E molti oggi hanno lasciato AIER e sono altrove, e continuano ad esprimere le stesse idee. Idee a favore del libero mercato, che a me appaiono coerenti e condivisibili in sé stesse, e che personalmente approvo senza purtroppo essere pagato dai fratelli Koch.
E posso testimoniare, da persona che condivide tali idee, che dei fratelli Koch non mi frega una mazza, e che l’argomento “guarda che AIER è pagata dai fratelli Koch” o dalle lobby di “Thank you for smoking”, ha zero possibilità di convincermi, esercita zero influenza su di me e su chiunque condivida le mie idee, ed è ovviamente un argomento che ha valore solo per chi già disprezzi queste idee, costruito per confermare le ragioni di chi la pensa già così e non per convincere qualcun altro.
Questi interessi sono legittimi, come lo sono questi finanziamenti, come lo sono questi argomenti
Anche l’accusa di essere finanziati dalle lobby dei combustibili fossili e del tabacco è ridicola.
Sia perché riguarda sempre AIER e non la Dichiarazione. Sia perché è perfettamente possibile difendere i combustibili fossili, come fa Alex Epstein, nel merito a prescindere da qualsiasi finanziamento di qualsiasi lobby, sia opporsi alle leggi repressive sul fumo, come fanno i libertari, con argomenti – buoni o cattivi non importa – di merito.
Sia perché ragionando così inficeremmo tutto: se essere finanziato da “Big Oil” ti scredita, perché non da qualsiasi altra industria, perché non da “Big Pharma”?
Nel settore farmaceutico girano un sacco di soldi, le attività di lobbying abbondano, e le attività di questo settore dipendono moltissimo dalla politica, dalla burocrazia, dagli apparati statali, per essere finanziate e autorizzate. Ragionando come gli autori, questo fatto da solo scredita loro, i vaccini, un po’ tutti i farmaci in generale, le case farmaceutiche, l’intera ricerca medica, tutte le principali riviste del settore e chissà che altro.
E ancora di più: perché applicare questo ragionamento solo ai privati? Allora essere finanziato dallo Stato e da soldi pubblici ti rende un burattino dello Stato, della politica e della burocrazia, esattamente come il finanziamento dei fratelli Koch. Allora ogni giornale che prenda un euro di finanziamento pubblico non è più indipendente. Dunque, pensando a tutti i giornali che prendono finanziamenti pubblici in Italia (sono più o meno tutti quanti), dovremmo trattarli di conseguenza? E come dovremmo trattare la RAI?
Che qualcuno sia finanziato in modi, o da persone e organizzazioni, che non ci piacciono non è sufficiente a screditare gli argomenti che produce. Logica vuole che non funzioni così. La veridicità di una proposizione non dipende dai pregiudizi della persona che la pronuncia - psicologici, ideologici, economici o altro. Dipende dalla natura dalle evidenze presentate, considerata insieme ad altri tentativi scientifici di replicare e riprodurre il risultato, dal metodo adottato o dalle varie scelte effettuate nella progettazione della ricerca e nella raccolta dei dati.
Se applicassimo in modo coerente il modo di ragionare adottato selettivamente contro la Great Barrington Declaration, screditeremmo tutto e tutti.
Tornerebbe in faccia come un boomerang ai difensori dei vaccini, come abbiamo visto. Ma, per fare un altro esempio, tornerebbe in faccia anche ai sostenitori della lotta ai combustibili fossili contro il cambiamento climatico, che amano dipingersi come tanti lillipuzziani ingenui e coraggiosi, contro il cattivo gigante delle lobby dei combustibili fossili, ma in realtà hanno dietro altrettanti soldi e interessi se non di più (si faccia ad esempio un giro qui).
Come scrive Joakim Book su AIER:
Non si tratta di una divisione tra destra e sinistra, perché anche le organizzazioni ambientaliste di sinistra lo fanno volentieri: iniziative per l'energia "rinnovabile" e pulita sponsorizzate da produttori di turbine eoliche o compagnie di gas naturale. Per ogni "hack" di destra finanziato da qualche organizzazione o persona ricca e antipatica (Murdoch, industria petrolifera, Fondazione Koch, ecc.), c'è una spinta simile di sinistra con intenzioni tutt'altro che pure. Per ogni scettico del cambiamento climatico finanziato dall'industria petrolifera, c'è un'industria del cibo biologico che spinge per la messa al bando degli OGM.
Non è che non abbia importanza chi paga o che non esistano incentivi e i disincentivi economici. Il vecchio motto “follow the money” ha senso. Ma sempre e solo fino a un certo punto. Poi le cose sono giuste o sbagliate nel merito. Oltre il giusto, diventa semplicemente un modo di delegittimare l’interlocutore al posto di rispondere alle sue idee ed è un modo di fare che scredita più chi lo usa che chi lo riceve.
A grosse linee, mi aspetto che un giornale di destra produca argomenti di destra e uno di sinistra argomenti di sinistra, così come mi aspetto che un giornale pagato dalle industrie dei combustibili fossili produca argomenti pro combustibili fossili, e uno pagato dalle industrie delle energie alternative produca argomenti pro energie alternative. Ma non assumo che questi argomenti siano falsi. Non c’è nessun motivo per cui dovrebbero esserlo. Mi aspetto che l’industria del solare finanzi e cerchi di produrre i migliori argomenti possibili a difesa dei propri interessi. Questi interessi sono legittimi, come lo sono questi finanziamenti, come lo sono questi argomenti. Quello che non mi aspetto è di avere una visione completa e imparziale dall’industria del solare. Mi aspetto che siano necessari il pluralismo, il dialogo, il confronto e lo scontro, per avvicinarsi a una visione meno incompleta e meno imparziale. Ma non è questa la mentalità di Ahmed, né della lettera di David Gorski e Gavin Yamey, né dell’articolo di Open.
Il loro modo di guardare i soldi, gli interessi, la ricchezza e le grandi industrie come qualcosa di sporco, è tipico di un certo moralismo anticapitalista molto diffuso, che però non porta da nessuna parte.
La GBD e Jay Bhattacharya sono stati censurati da Twitter
Oltre ad essere presa di mira con articoli complottisti e firme false, la GBD è stata censurata da Twitter, come hanno confermato i Twitter Files. Nel secondo thread dei Twitter Files, ad opera di Bari Weiss, poi diventato un più ampio articolo su The Free Press a firma di Bari Weiss, Michael Shellnberger, Abigail Shrier e Nellie Bowles, dove si legge:
Ciò che è perfettamente chiaro oggi è che Twitter è uno strumento indispensabile per giornalisti e politici e che influenza profondamente quali storie vengono trattate e come. Ha il potere di determinare chi siano gli eroi e i cattivi nei cicli di notizie contemporanei e di decidere quali aree di indagine sono legittime e quali sono rigorosamente off-limits, persino sbagliate.
Quindi il fatto che Twitter abbia protetto gli utenti da prospettive che considerava estremiste - e che lo abbia fatto fingendo di non farlo - è un fatto rilevante per tutti gli americani, che si siano mai collegati a Twitter o meno.
I tweet, gli account o gli hashtag che offendevano le autorità non venivano svergognati pubblicamente, ma silenziosamente bloccati, il che significa che gli utenti spesso non sapevano di essere stati privati di vari argomenti o dati che non supportavano la saggezza prevalente o la narrazione politicamente favorita.
E ancora:
Per anni Twitter ha negato di averlo fatto.
"Non effettuiamo shadow ban". Così dichiaravano Vijaya Gadde, allora responsabile della politica legale e della fiducia di Twitter, e Kayvon Beykpour, all'epoca responsabile di prodotto nell'azienda, nel luglio 2018 sul blog di Twitter. "E di certo non facciamo shadow ban basati su punti di vista politici o ideologie".
Twitter liquidava le accuse di “shadow banning” come teorie complottiste. E questo rivela una volta in più che nella dinamica della lotta alla disinformazione è un attimo etichettare come teoria complottista, fake news, disinformazione o misinformazione qualcosa, sopprimendo opinioni legittime, dati e notizie veri, pareri qualificati, e che di fatto il confine - se mai ne esiste uno - tra lotta alla disinformazione e controllo politico del discorso e censura è quanto mai labile, se non del tutto immaginaria.
Ma di chi e di cosa Twitter ha limitato la visibilità?
Un utente era il dottor Jay Bhattacharya di Stanford, medico, economista e professore di politica sanitaria a Stanford.
Nel 2020, insieme al dottor Martin Kulldorff, allora professore di medicina ad Harvard, e alla dottoressa Sunetra Gupta, docente di epidemiologia ad Oxford, ha messo in guardia in una lettera aperta contro l'impatto pericoloso dei lockdown, soprattutto sui bambini, sulla classe operaia e sui poveri. Hanno chiesto una "protezione mirata" per i soggetti più vulnerabili dal punto di vista medico e il ritorno alla vita normale per il resto della società.
Questo ha reso i tre scienziati bersagli della burocrazia della sanità pubblica di Washington. Twitter ha inserito l'account di Bhattacharya nella lista nera dei trend, il che significa che, indipendentemente dal numero di like o visualizzazioni di uno dei suoi tweet, non potrà mai fare "tendenza" e la sua visibilità per gli utenti della piattaforma sarà fortemente ridotta.
Eh già, proprio lui il dottor Jayanta "Jay" Bhattacharya - insieme ai suoi due colleghi! Chi lo avrebbe mai detto!?
La lotta alla disinformazione non censura le informazioni false, ma il dissenso
Un'azione legale in corso da parte dei procuratori generali del Missouri e della Louisiana sta attualmente cercando di andare a fondo di queste ed altre simili questioni. Vi sono le prove inconfutabili che funzionari pubblici abbiano esercitato pressioni su aziende private, come Facebook e Twitter, come ha confermato anche Zuckerberg, perché censurassero la discussione: una cosa che in USA è proibita dal primo emendamento, anche quando si tratti di “censura per procura”. E anche le autorità sanitarie e Anthony Fauci stesso sono coinvolti.
Ovviamente non si è letto niente su tutto questo quando poche settimane fa a Siena è stata consegnata una laurea ad honorem a Fauci. I giornali hanno riportato di una contestazione di 500 novax, senza cogliere l’occasione per approfondire le tante ombre della figura di Fauci.
A fine novembre 2022, i due procuratori hanno ottenuto una deposizione di Anthony Fauci, ordinata dal tribunale, in cui lo hanno torchiato su queste tattiche di soppressione. Fauci si è dimostrato evasivo, invocando per ben 174 volte la frase "non ricordo", ma è stato colto a mentire sul suo diretto coinvolgimento personale negli sforzi del National Institutes of Health (NIH) per diffamare e screditare gli autori del GBD come "epidemiologi marginali".
E per inciso chiedetevi quanto siete informati sulla Great Barrington Declaration, sui Twitter Files, su Fauci, e quanto e come abbiano raccontato tutto questo i principali giornali italiani, se e quando lo abbiano raccontato.
Ma tutta questa “lotta alla disinformazione” non aveva come scopo migliorare la nostra democrazia, la nostra discussione pubblica e avere una migliore informazione?
E invece ancora una volta vediamo che non è la disinformazione l’oggetto della lotta alla disinformazione, non sono le informazioni false, ma il dissenso rispetto alle politiche adottate, che è altra cosa e che in democrazia dovrebbe ben essere permesso.
CONCLUSIONI
Quando Bhattacharya afferma che:
politiche distruttive e inefficaci sono perdurate molto più a lungo di quanto avrebbero fatto altrimenti.
sta riconoscendo un fatto evidente: la “lotta alla disinformazione”, censurando informazioni vere, ha difeso informazioni false e politiche errate, nuocendo alla salute e alla vita dei cittadini.
Come ho scritto altrove:
“Se è vero che vi è un pericolo nel lasciare circolare notizie false riguardanti la malattia, le cure, i vaccini e le misure non farmaceutiche in un senso, vi è anche nell'altro. Anche esagerare la bontà delle varie misure è pericoloso e significa disinformare, anche censurare e screditare in modo capzioso ogni proposta alternativa a quelle correnti e anche delegittimare l'intera discussione facendo sì che le persone la ritengano inaffidabile e la rifiutino in blocco, è pericoloso.
Misure come i lockdown o i green pass o l'obbligo di mascherina o la chiusura delle scuole o la sospensione dal lavoro dei non vaccinati hanno costi altissimi su molti piani. Abusarne non è certo un corso d'azione sicuro.”
E per questo ha ragione quando difende la libera discussione, anche durante la pandemia:
Se impariamo qualcosa dalla pandemia, è che il Primo Emendamento è più importante durante una pandemia, non meno.
Ma noi non solo non abbiamo un Primo Emendamento, non abbiamo nemmeno una stampa, una politica, un’opinione pubblica, che siano decisamente favorevoli alla libertà di espressione e pronti a difenderla.